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Con la dirompente forza di un uragano tornano fra noi i Garden Wall di Alessandro Seravalle, in assoluto uno dei personaggi più acuti e sensibili del panorama alternativo nostrano. "Towards The Silence" è la logica continuazione progettuale di quanto espresso in "Forget The Colours", e, se possibile, va addirittura oltre, risultando un autentico cazzotto in faccia a chi, nella musica, cerca tenere rassicurazioni. A metà fra l’incubo e la lucida follia, Garden Wall dunque spiazza ancora, e con la delicata ferocia che gli è propria avvince senza ritegno.
“Caesura” è traccia subito paradigmatica: su una brutale base che combina King Crimson e Tool si innestano i vocalizzi teatrali di Seravalle, abile a passare da un potente registro hammilliano a preziosismi degni di Stratos. Veramente carica di malessere è poi “Luna”, col suo aggressivo riff tra post-grunge e nu-metal e le medianiche narrazioni in varie lingue. Qui come altrove si nota la modernità nella ricerca timbrica, vedi il rullante ‘sonoro’ sul modello dei Metallica di “St. Anger”; lo storico combo di San Francisco è, almeno in parte, tenuto in considerazione nelle sfuriate thrashy di “Bottom”, i cui dieci minuti e mezzo dichiaro di gradire in modo speciale in virtù dei cambi di atmosfera, vedi i veloci assoli jazzati semiacustici dell’ospite Alex Stornello e le rarefazioni space che interrompono l’assalto frontale. Dunque in Garden Wall nulla è melodicamente scontato, e a Seravalle & soci interessa prima di tutto sperimentare: lo si evince dalle dissonanze e dalla ritmica frastagliatissima di “4” (i grandi, misconosciuti Ixt Adux sono dietro l’angolo), dalle curiose schitarratine quasi funky di “Inadeguato”, dal tappeto di synth che stempera le spigolosità di “Τομέ”, e dal robotico, minimale kraut-rock di “Der Stille Entgegen”.
E’ tuttavia importante rimarcare che il disco è, nel suo complesso, omogeneo, e ciò è indice di chiarezza d’intenti. Seravalle e i suoi accoliti Camillo Colleluori (batteria), Raffaello Indri (chitarre) e Pino Mechi (Chapman Stick) hanno quindi colto nel segno; resta ora da vedere quale pubblico conferirà l’adeguato feedback. Seravalle si era giustamente lamentato delle ristrettezze mentali di certi canonic-progsters, aggiungendo di aver riscontrato una maggiore attenzione da parte dell’ambiente metal. Pur sconsigliabile ai deboli di cuore (e di spirito), "Towards The Silence" è altamente raccomandato a tutti gli amanti di un sound avventuroso e senza paraocchi.
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