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Quarto album per il gruppo friulano, in continua evoluzione di... organico (l'ultimo inserimento si chiama Marco Ferrero, ex batterista degli Asgard e ora passato allo stick) ma non dal punto di vista musicale, a quanto sembra. Dopo i capolavori rappresentati dagli ultimi due album, l'ultimo dei quali vedeva l'esordio di una vera band dietro al nome Garden Wall, pare sia avvenuta una certa involuzione con questo "Chimica". Già... la chimica non funziona e l'artificiosità con cui vengono mescolati i vari elementi della musica dei GW traspare innanzi tutto dalla pseudo-suite d'avvio "Chemotaxis", bella se presa nei suoi singoli momenti, come quasi tutta la musica del gruppo, ma quanto mai artificiosa nel suo sviluppo, tanto da terminare in modo molto casuale con una schitarrata che fa come minimo inarcare le sopracciglia per la sua pacchianità. Il resto delle composizioni soffre, più in piccolo, dello stesso problema; crisi d'idee momentanea o...?
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