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VOLAPÜK |
Where is Tamashii? |
Orchestra |
2003 |
FRA |
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Tra i protagonisti del progressive d'avanguardia odierno che può essere visto come l'ideale seguito del movimento Rock in Opposition ci sono sicuramente i Volapük di Guigou Chenevier, batterista e compositore noto soprattutto per i suoi trascorsi con gli Etron Fou Leloublan. Il quarto album della band transalpina è un pregevolissimo prodotto di "chamber rock" e presenta i consueti punti di contatto con la musica classica contemporanea. Fiati e archi, insieme a ritmi sempre curiosi e particolari erigono una costruzione decisamente originale e fondamentalmente acustica, che può presentare affinità con il sound dei classicissimi Univers Zero e Art Zoyd, ma che si distacca da questi artisti visto che manca la vena tenebrosa e si punta maggiormente su atmosfere maliziose e disinvolte, a tratti anche gioiose. Un ruolo fondamentale è rivestito dalla giapponese Takumi Fukushuma (ex After Dinner), che col suo violino inventa continue diavolerie tra rimandi alla musica colta, momenti dal sapore folcloristico e bizzarri suoni ottenuti pizzicando le corde dello strumento. Questa musicista, inoltre, si esibisce anche cantando in madrelingua alcune composizioni, con una voce abbastanza attraente, anche se, come spesso accade, l'idioma del suo paese non convince appieno ed andare col pensiero ai cartoni animati nipponici diventa quasi inevitabile. La formula artistica con cui si presentano i Volapük può risultare ostica, ma è assolutamente vincente: la sapiente unione di elementi classicheggianti, di sonorità etniche e di danze folk centra nuovamente il bersaglio e si può tranquillamente affermare che l'incontro tra la tradizione orientale e la musica europea produce risultati stuzzicanti ed incantevoli. Chi ha già apprezzato questa band di grandissima caratura con i precedenti lavori non si lasci sfuggire "Where is Tamashii?", album di eccellente fattura e con continui spunti davvero deliziosi.
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Peppe Di Spirito
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