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Ad oriente s'ode uno squillo, ad occidente risponde un altro squillo... Poco tempo dopo l'album del ritorno degli ARCANSIEL. arriva anche il come-back di colui che rappresentava il cervello di tale band. Con l'unico ausilio dell'ex collega Sandro Marinoni al sax e di un paio di coristi. Marco ha confezionato tutto da solo il resto di questo CD. I punti a sfavore di questo CD sono essenzialmente due: la batteria elettronica e la povertà dei suoni e degli arrangiamenti. Gradirei chiarire su quest'ultimo punto: per povertà intendo dire che il lavoro, è concepito, suonato, ecc... da una sola persona, e risente indubbiamente di ciò. Marco fa di sicuro un buon lavoro, ma non su tutto, è innegabile. C'è da dire inoltre che lo strumento originale dell'ex-ARCANSIEL, ovvero le tastiere, sono sicuramente penalizzate in questo disco, molto spesso in sottofondo, soffrendo anche di una registrazione un po' moscia. Fin qua, grosso modo, i difetti; anche i pregi di "Boxes for foxes" sono innegabili. Pur con le limitazioni sopra descritte, ritroviamo in questo dischetto buona parte dell'originario sound degli ARCANSIEL, quelli di "Four daisies". Le 8 composizioni sono carine, e anche più che carine in un paio di casi, dal sapore piuttosto semplice, ma non disimpegnato. Il risultato, pur non essendo eclatante, offre dunque buoni spunti; con uno spiegamento di mezzi (anche solo tecnici) migliore, sarebbe potuto essere molto migliore.
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