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MARCO GALLETTI |
La luce che illumina i sogni |
Autoprod. |
2005 |
ITA |
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Marco è un amico. E questo sicuramente potrà viziare la mia recensione, ma non posso tacere il fatto che secondo il mio modesto parere, Marco e nel passato gli Arcansiel hanno rappresentato un punto fondamentale nello sviluppo del progressive italiano anni 90. A questo posso aggiungere che Marco è stato ed è uno degli artisti più interessanti e sconosciuti del panorama musicale italiano. Ovvero, se il nostro decidesse di comporre musichette per San Remo probabilmente avrebbe un successo assicurato, invece la sua passione per la musica lo spinge a produrre oscuri cd in casa, autoproduzioni che poco avranno a che fare con il mercato discografico. Questa è la realtà dei fatti. Parlando del cd in questione, Marco da un po’ di tempo stava sviluppando una teoria musicale interessante secondo la quale il brano poteva essere scomposto in “Oggetti Musicali”. Per spiegarvi di cosa si tratta uso le sue parole: “Lo definirei un tipo particolare di scrittura contrappuntistica. L’album è costituito da un serie di ‘musical objects’ conchiusi. Ogni ‘musical object’ costituisce un episodio melodico fine a sé stesso. I ‘musical objects’ vengono, poi, ripresi in diversi parti del brano ed anche in diversi brani.
Approfittando della tecnologia vengono, poi, ‘vestiti’ con suoni ed armonizzazioni di volta in volta diverse. Spesso vengono sovrapposti fra loro creando curiosi effetti armonici. Non voglio dilungarmi troppo su questo, presto vi dedicherò un sito Internet apposito, corredato di opportuni esempi. I più curiosi potranno, così, divertirsi ad approfondire.” Il sito internet ora è disponibile su www.marcogalletti.it e vi consiglio di darci una occhiata. Sul contenuto del cd potrei parlarvi per ore, ma probabilmente vi annoierei, anche perché secondo me bisogna ascoltare la musica prodotta, per capire esattamente cosa intende Marco nella sua disquisizione sugli “Oggetti musicali”. Nel cd i momenti soffusi e onirici si mischiano a momenti più energici, sempre con un occhio di riguardo alle sonorità che resero indimenticabili gli Arcansiel. Certo di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, per cui l’ascoltatore non deve aspettarsi di sentire un nuovo disco degli Arcansiel. Tutt’altro. Lo sviluppo musicale di Marco è stato notevole e questo lo ha portato addirittura a riprendere un brano degli Arcansiel (Your only treasure) per rivederlo e ri-svilupparlo, dando poi il titolo del lavoro allo stesso. In generale la musica è intimistica, adatta a momenti di riflessione, con riferimenti, nei testi, a momenti di intimità interiore (cosa che peraltro nella nostra vita frenetica, ogni tanto, serve). Menzione particolare va fatta al brano “L’aria che respiri”, forse il brano più vicino al concetto di progressive alla Genesis, e per “E vorrei…” un pezzo molto alla Battiato con richiami a Philip Glass. Personalmente ho trovato l’ultima traccia del cd la più stuzzicante e nell’intricato sistema complessivo del disco la giusta risoluzione. “Ritorna il sole” è un brano stupefacente che riporta alla memoria gli Arcansiel e, ancora una volta, certi Genesis. In conclusione vi consiglio di contattare Marco, e di accaparrarvi questo cd. Non ve ne pentirete.
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Marco Del Corno
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