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Voci piuttosto preoccupanti erano giunte alle mie orecchie riguardo questa nuova uscita degli ASGARD, tali da farmi pensare che i 5 ragazzi avessero ad un tratto cambiato genere musicale e si fossero dati allo heavy metal. Mi ero quindi avvicinato con un certo timore all'opera, in cuor mio pensando che con ogni probabilità non mi sarebbe piaciuta. Fortuna che tali preoccupazioni sono state in buona parte fugate dall'ascolto di questo "Imago mundi", CD che mette in evidenza, più che una radicale trasformazione nel modo di fare musica dei ragazzi trevigiani, una delle varie facce di cui è composta la medaglia ASGARD. Un po' in antitesi rispetto ad "Esoteric Poem", che mostrava il lato più pacato e riflessivo del gruppo, quest'opera ne contiene infatti l'aspetto più energico e sostenuto, pur presentato accanto a soluzioni più tranquille e melodiche. Il CD quindi probabilmente non deluderà che già stimava gli ASGARD, forse potrà dare emozioni diverse rispetto ai lavori precedenti, ma non è detto che tali emozioni non siano piacevoli...
Dopo questo lungo preambolo cerchiamo di evidenziare le caratteristiche principali di questo "Imago mundi", che innanzitutto si avvale certamente della migliore cover fin qui propostaci dalle opere della band: un disegno raffigurante la mappa di un mondo immaginario attraverso il quale ci guideranno le 13 composizioni racchiuse nel dischetto, associando ai vari territori valenze ora positive ora negative (tipo: Giustizia, Virtù, Coraggio o Violenza, Disarmonia, Volgarità). D numero piuttosto alto di brani evidenzia da solo come questi non raggiungano mai durate troppo elevate, guadagnando forse in compattezza ma perdendo in parte quella varietà tipica delle composizioni progressive. Ecco, questo è probabilmente il più grosso neo dell'opera, perlomeno a mio modo di vedere: quello cioè di non presentare quella complessità strutturale e quella molteplicità di soluzioni compositive cui i precedenti lavori degli ASGARD ci avevano abituati. Ho comunque il sentore che si tratti di una precisa scelta del gruppo, forse maturata nell'intento di allargare la cerchia dei propri fan anche all'esterno del circuito prog. Ad ogni modo non mi fraintendete, non voglio dire che tutto il CD sia elementare e banale, di composizioni assai buone ce ne sono anzi diverse, quali ad esempio "Transmigration", "Virtue", "Imagination" o "Nobility". Accanto a queste ce ne sono però alcune un po' troppo frenetiche, cadenzate o zuccherine ("Vulgarity" e "Serenity", tanto per citare due casi agli antipodi). In definitiva siamo comunque su livelli sicuramente sufficienti, e non potete immaginare come ciò mi conforti, visto che come detto in apertura mi ero avvicinato ad "Imago mundi" col timore di doverne parlar male. Forse a chi apprezzava il lato più pacato del gruppo questo potrà apparire come il peggior disco degli ASGARD, io ritengo però che meriti qualcosa in più di un ascolto superficiale.
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