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ASGARD |
Arkana |
WMMS |
1992 |
ITA |
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La prolificità discografica degli Asgard trova un pari nel mondo animale forse solo in quella dei conigli… E' infatti ancora fresco il ricordo del loro primo "Götterdämmerung", per non parlare del loro provocatorio (secondo me) "Esoteric poem". Come l'anno scorso il Gothic Gathering è stato infatti testimone del nuovo lavoro del quintetto trevigiano: "Arkana". Come in passato gli Asgard hanno optato per il solo CD, che permette di raggiungere tranquillamente i 74 minuti di durata totale. "Arkana" rappresenta sicuramente la nuova testimonianza di quell'idioma stilistico che ha sempre contraddistinto gli Asgard, nel quale poesia e musica si fondono dando origine ad un vorticoso fluire di emozioni. Trovo che il gruppo sia riuscito a maturare profondamente le proprie capacità espressive. Pur ravvisando infatti un certo filo logico che collega le tre produzioni finora uscite, non posso non notare un notevole affinamento della melodia e dell'abilità tecnica di tutto quanto il gruppo (anche se nel CD la batteria è ottimamente suonata da un sostituto temporaneo rispondente al nome di Thomas Schaufler) che differenzia notevolmente "Arkana" dal passato discografico asgardiano. Risulta infatti ancora più esaltata l'intensità con cui l'ascoltatore vive tutte quelle sensazioni dal momento in cui il CD è inserito nel lettore. Veramente stupenda è ad esempio l'interpretazione canora di Francesco Grosso in "Wulfstan", nella quale sembra aver perso un po' di quella innegabile similitudine che aveva con Fish.
La traccia più rappresentativa dell'intero lavoro è per me la lunga (17' circa) "The mirror of the king", che inizia in un soffuso incedere creato dalle tastiere di Alberto Ambrosi e da una leggera percussione alla batteria di Thomas, con l'inserimento di Max Michieletto e Chris Bianchi alla chitarra acustica. Un brano da brividi che culmina in una vera e propria esplosione sonora. Sicuramente non nuove agli appassionati degli Asgard risulteranno le belle "Olaf Stonehand" e "The Queen of ice", apparse sul demo "Concerts" del '90. Ovviamente notevolmente migliore è la resa sonora di questa registrazione digitale rispetto alle versioni del demo, perdendo però un po' di quell'innegabile fascino dell'esecuzione live. Come in tutti i testi del quintetto di Treviso, anche "The Queen…" contiene messaggi profondamente ecologici (nel vero senso della parola, "…prima ancora che l'ecologia fosse una moda…", come essi stessi tengono a precisare); la Regina di ghiaccio altri non è che la natura tradita umiliata da questa babelica società consumistica. Neanche lo stupendo strumentale "The squirrel" era nuovo alle mie orecchie, infatti avevo già assistito alla sua esecuzione al Gothic Gathering '91. Bene, immaginatevi uno scoiattolo che scorazza tra gli alberi della foresta, traducetelo in musica con una stupenda chitarra acustica ed avrete un'idea di questo brano. Altra perla del CD è l'iniziale "A gathering of fairies" che vuole evocare quell'alone di magia vissuto dagli Asgard al momento dell'ideazione del pezzo (avvenuta nella Foresta Nera in Baviera). Ultime tracce sono "The brath of a veiled goddess", forse un po' troppo soffusa, e l'energica "Lord of the mountains".
Forse l'unico neo di questa consigliabilissima opera è rappresentato dall'eccessiva prolissità di alcune situazioni, cosa che comunque non ne compromette la piena riuscita.
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Giovanni Baldi
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