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RIVERSIDE |
Out of myself |
autoprod. |
2004 |
POL |
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Il CD è autoprodotto, ma in Polonia è distribuito niente meno che dalla Sony… ciò che potrebbe farci sospettare una certa propensione alla musica da cassetta. In effetti la proposta dei Riverside è piuttosto appetibile da un mercato più ampio di quello prettamente progressivo… ancor più nel paese natio ove questo genere di musica sta andando, pare alla grande. Sto parlando di metal contaminato, o forse lo possiamo definire hard-gothic-Prog; a differenza di molti connazionali però i Riverside si riversano sovente su un versante metallico che potremmo descrivere più vicino a Queensryche o Savatage, con ampio utilizzo di ballad d’atmosfera ma anche accelerazioni brutali condite da brevi escursioni death, cambi di tempo e ritmiche spezzate. Quello che si riesce ad apprezzare della band guidata da Mariusz Duda è il bel senso della melodia che riesce ad esternare in tutte le 9 tracce di questo loro album d’esordio, con una bella chitarra che si produce spesso in lunghi assoli sognanti e riff dilatati, delle tastiere quasi mai protagoniste di assoli ma sempre presenti a creare delle atmosfere incantate. Si tratta di un album eclettico, non parliamo di semplice Prog-metal, per favore: i Riverside non hanno nulla da spartire coi Dream Theater e poco anche con gli altri due gruppi summenzionati; “Out of myself” è un CD che senz’altro stuzzicherà l’attenzione di chi predilige un Prog rock -diciamo- più movimentato, ma senza eccedere nei toni o nelle pompose dimostrazioni di forza esso riesce secondo me a ritagliarsi uno spazio di piena dignità nelle fila del Prog più classico.
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Alberto Nucci
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