|
FINAL CONFLICT |
Quest |
Gaia Records |
1992 |
UK |
|
I Final Conflict mi avevano lasciato con una promessa: una volta superati tutti i problemi di line-up si sarebbero ripresentati con un album più prog rispetto al precedente "Redress the balance". Troppa grazia! Questo "Quest" è un concept che esplora le piccole cose della vita di una persona qualunque: le piccole crisi, le grandi ed inutili preoccupazioni, gli effimeri trionfi e gli esami giornalieri. Mentre il nostro protagonista riempie un cruciverba (ce n'è uno vero allegato al CD), piano piano trova che le risposte alle definizioni lo riportano al suo passato, alla sua ricerca (quest) attraverso una vita ordinaria. Beh, questa non è farina del mio sacco: è una parte della spiegazione che il gruppo dà dell'album. Di mio posso dirvi che è piuttosto strano; per quasi tutti i 60' della sua durata mantiene un unico incedere, con pochi mutamenti. Ho dovuto ascoltarlo diverse volte, dato che non è certo così immediato come il suo predecessore. A volte può sembrare scialbo e privo di personalità, ricco solo di ambiziosi propositi mal realizzati, ma la volta dopo si notano mille sfumature. Tutti gli stati d'animo del nostro eroe, mentre gli ritornano alla memoria vari episodi della sua vita, vengono raccontati attraverso le molteplici sfaccettature di ognuna delle otto tracce, nessuna delle quali si eleva decisamente sulle altre.
Si parte con la title-track, che funge da prologo alla storia, la quale con la successiva "Old lady", seguita da "Mirror of lies", musicalmente più movimentata ed intricata. Già, intricata… ascoltando il CD quest'aggettivo viene in mente varie volte. Effettivamente è un album che va ascoltato: non c'è un approccio facilitato come nei Galahad, per fare un esempio, o la propedeutica genesisianità dei Citizen Cain o di molti altri gruppi prog. Non sto parlando di un album d'avanguardia, anzi gli amanti del prog vecchio stile evitino i Final Conflict. Quest'album, dicevo, ha spunti decisamente rock anche se, ripeto, non c'è il pezzo che si distacca dagli altri. Mentre scrivo sono arrivato al termine del CD, e gli ultimi due pezzi "All alone" e soprattutto "Betrial", sono da riascoltare. "Betrial" rappresenta la conclusione della vicenda, la chiusura del cerchio, il processo in cui il protagonista si dimostra infine innocente. Come succede nel metal, noi proggers ci stiamo abituando ad un'eccessiva abbondanza di proposte, limitandoci a giudicare ognuna di esse superficialmente. La cosa che chiedo è di dare una chance ai Final Conflict.
|
Alberto Nucci
Collegamenti
ad altre recensioni |
|