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NEKTAR |
Evolution |
Eclectic Discs |
2004 |
GER |
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Negli ultimi anni sono state numerose le reunion di gruppi prog che in qualche modo erano stati importantissimi nei seventies. I cultori del prog avevano sicuramente appreso con piacere, curiosità e speranza la notizia della riformazione dei Nektar. Purtroppo, il cd derivante da questo atteso ritorno sulle scene delude parzialmente le aspettative. Solo poche, infatti, le tracce di quel rock sinfonico affascinante che impregnava i loro vecchi album. Su "Evolution", invece, c'è spazio soprattutto per un romanticismo languido e caramelloso ("Child of mine", "After the fall"), per artificiosi tentativi ruffiani caratterizzati da suoni moderni e aggressivi ("Camouflage to white") o per un patinato prog-pop abbastanza diretto ("Dancin'"). Potevano essere sfruttate meglio le aperture ariose più atmosferiche, che in realtà risultano abbastanza mosce e in generale si può dire che per la maggior parte dei sessantuno minuti e mezzo del cd ci troviamo di fronte a soluzioni e sequenze abbastanza scontate. Qualche momento che va a buon fine e regala buone sensazioni c'è, vedi i sette minuti di "Always", che parte con una certa pomposità tipica del new-prog, per poi inoltrarsi e districarsi tra territori bucolici e semiacustici, improvvise elettrificazioni, cambi di tempo e discreti spunti strumentali, o anche gli arrangiamenti classicheggianti di "Old Mother Earth". Un po' poco, però, per un gruppo che tante emozioni aveva regalato in passato... Niente da fare, questo ritorno discografico non riesce a convincere più di tanto; meglio tornare all'ascolto dei classici "A tab in the ocean" e "Remember the future".
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Peppe Di Spirito
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