|
ALBION |
Wabiac cienien |
Lynx |
2005 |
POL |
|
Il gruppo è legato alla terra di Albione non solo attraverso il nome ma anche per quanto riguarda l'ispirazione musicale, di stampo decisamente new prog. Il cantato, interpretato dalla leggiadra voce di Katarzyna Sobkowicz-Malec, è comunque in madrelingua e si viene quindi a creare un ponte immaginario con l'est europeo. In Polonia senza dubbio ci sono diversi gruppi che hanno raccolto l'eredità della scena inglese, a partire dai Collage le cui atmosfere e i cui suoni vengono ampiamente ripresi dagli Albion in questa loro terza release in studio. Abbiamo quindi una musica elegante e raffinata che si perde in qualche caso nei facili sentieri del pop sinfonico, con canzoni ordinarie come l'ammiccante "Szary" ma che, in diverse occasioni, riesce ad imbroccare le giuste atmosfere, come nella notturna "Bieg po teczy", la lunga traccia strumentale di 11 minuti, dall'impalcatura melodica molto semplice ma in fondo raffinata e discretamente realizzata. Rispetto all'impianto prevalentemente canzonistico dei precedenti lavori, osserviamo una certa volontà di sviluppare più a fondo le parti strumentali, con sequenze di atmosfera che appaiono tuttavia molto diluite e semplicistiche. Nella romantica "Inny" le chitarre acustiche intervengono ad arricchire la musica; in altri frangenti, come nella traccia di apertura "Motyl", viene invece sfruttato il pianoforte. Buono anche l'apporto della chitarra elettrica che si prodiga in assoli semplici ma ben eseguiti. A ben vedere l'album appare nel complesso piuttosto debole e i contenuti vengono esauriti, metabolizzati e quindi dimenticati praticamente subito. Non si possono non notare una certa ripetitività e un certo appiattimento negli arrangiamenti, semplici e graziosi ma decisamente omogenei per quella che si configura come una rilettura approssimativa del classico rock romantico alla Collage, del tutto priva di apporti originali e degni di nota.
|
Jessica Attene
Collegamenti
ad altre recensioni |
|