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AINUR |
From ancient times |
Electromantic |
2006 |
ITA |
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Tutti gli appassionati di Tolkien già solo sentendo nominare il nome di questo giovane gruppo hanno già drizzato le antenne, interesse questo dimostrato dal fatto che tutti i principali siti ispirati alle opere del professore più amato di Oxford hanno da subito dedicato ampio spazio all'esordio degli Ainur. Forse è un po' riduttivo definirli un gruppo musicale: i diciotto musicisti uniti nella realizzazione di questo progetto sono accomunati tutti dalla passione per Tolkien ed ognuno si è scelto uno pseudonimo ispirato ai personaggi del Silmarillion che lo rappresenti in qualche modo per le sue caratteristiche. Proprio al Silmarillion, la "Bibbia" dell'universo creato da Tolkien, si ispira questo album, il primo di una serie prevista dal gruppo, in cui verrà trasposta in musica l'intera opera letteraria. Questo primo CD quindi tratta gli avvenimenti che vanno dagli inizi dei giorni di Arda fino alla guerra d'Ira attraverso i Tempi Antichi e la Prima Era. Proprio come gli spiriti di natura divina, i nostri Ainur, come ispirati dalla mente di Iluvatar, iniziano a comporre i loro temi musicali: Iluvatar chiamò a sé gli Ainur ed espose loro un tema grandioso che svelava cose più grandi e più meravigliose di quelle che finora aveva rivelato … poi Iluvatar disse "del tema che io vi ho esposto, ma in maniera incompleta e disadorna, dichiaro ora che voi ora componiate insieme in armonia una grande musica". Così nacque Arda, dalla musica degli Ainur e sembra quasi che questo CD sia una summa di quelle melodie: sonorità eleganti, squisitamente sinfoniche con orchestrazioni ricche di particolari ma mai ampollose ed arzigogolate come un tema così importante potrebbe suggerire. La nascita dell'universo di Tolkien è descritta con grazia e pacatezza, dando idea di un evento metafisico posto al di là di qualsiasi logica terrena. Dal punto di vista musicale non sfuggono accostamenti con i Glass Hammer, per i suoni scintillanti delle tastiere, gli inserti di archi e per il cantato interpretato da una voce femminile limpida ed aggraziata (anche se non è specificato quale delle tre giovani cantanti interpreti nei vari episodi il ruolo da solista), soprattutto nelle prime tracce, dalle melodie più ariose e armoniche che descrivono il momento della creazione, "The Beginning of Days", e la nascita degli elfi, "The Firstborn". Un tono cupo e drammatico è dato dall'inserimento di alcune sequenze vocali "operistiche", come in "Ungoliant" interpretata dalla voce baritonale di Simone del Savio, con atmosfere che rendono in maniera eccellente l'orrore e la malvagità della terribile creatura dall'aspetto di ragno gigante avvolto dalle sue tele oscure. I temi musicali si sviluppano in un crescente accumulo di tensione, immersi comunque in un'atmosfera come di incanto, sottolineata dal piano e dall'arpa delicata. I suoni sono sempre delicati e rarefatti, mai invadenti e tronfi, centrati sui momenti narrativi dell'opera alla quale forniscono un commento adeguato. Sicuramente i momenti di maggiore epicità sono rappresentati da "The Fall of Gondolin", la traccia più lunga, che narra della drammatica caduta della città, assediata da Balrog, orchi e draghi, e da "War of Wrath" che narra della guerra finale contro Morgoth che segna in pratica la fine della Prima Era. Sicuramente chi apprezza Tolkien si sentirà incoraggiato ad avventurarsi nell'ascolto di quest'opera e apprezzerà sicuramente anche i testi, composti con cura e capacità da Wilma Collo. Il feeling è quello dell'opera rock, anche se non so se si possa definire davvero tale, sta comunque di fatto che è difficile apprezzare queste composizioni svuotate dai loro contenuti narrativi, dal momento che sono praticamente un tutt'uno, fatto questo che può rappresentare un ostacolo a chi invece non sopporta il genere letterario in esame. Il pregio e il difetto dell'album sta insomma nella tipologia stessa dell'opera che dipende strettamente dalla trama narrativa che spesso prende il sopravvento sulla musica stessa. Il giudizio complessivo è comunque buono e chissà mai che qualcuno non si senta invogliato ad aprire il tomo del Silmarillion incuriosito da quest'opera…
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Jessica Attene
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