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ALEX CARPANI |
Waterline |
Cypher Arts |
2007 |
ITA |
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Alex Carpani è un artista emiliano, anche se cresciuto in Svizzera, già in circolazione da tempo e con alle spalle numerose collaborazioni e una passione per il Progressive che sembra trarre origine dalla frequentazione col figlio di Keith Emerson, suo compagno di liceo. "Waterline" è il suo primo lavoro solista concepito come album Progressive e vanta da subito una nutrita schiera di collaborazioni, a partire da Paul Whitehead per l'artwork, proseguendo per i Clearlight praticamente al completo, poi Tony Spada… fino alla voce di Aldo Tagliapietra. Il risultato è questo concept album giocato sul concetto del "pelo d'acqua", quella sottile ed incerta linea che separa il mondo liquido da quello aereo, il sommerso dall'emerso. "Waterline" è stato concepito inizialmente come album strumentale; le poche, ma sapienti, parti cantate sono state aggiunte in seguito ma fondamentalmente si tratta di un lavoro giocato in prevalenza sulle armonie strumentali, sulle atmosfere quasi mai sopra le righe, sulle tastiere e sul piano che tuttavia raramente giocano un ruolo egemonico nell'economia del suono e sicuramente non soffocano il resto degli strumenti. Musicalmente le influenze di Emerson e gli EL&P sembrano essere minime, propendendo in misura maggiore, nella prima metà del dischetto, su un Prog sinfonico più sbilanciato verso i Genesis, periodo "Wind & Wuthering", con momenti fusion, escursioni classicheggianti e sonorità moderatamente complesse in cui la melodia è più importante della tecnica, in cui gli intrecci sonori si dipanano cautamente e naturalmente, in un continuo divenire che fa spaziare le 11 tracce attraverso situazioni anche diverse l'una dall'altra, dal punto di vista stilistico, ma che comunque fa loro mantenere una linea comune ben identificabile. La chitarra indugia spesso in tentazioni hackettiane, con liquidi e melodici assoli e riff deliziosamente accattivanti per chi ama questa musica, salvo concedersi, specie nella seconda parte, divagazioni che sembrano portarci lontani dal resto dell'album, come in "A gathering storm", brano dai connotati funky/fusion che pur tuttavia non rappresenta proprio quello che si direbbe un pugno allo stomaco, nel contesto del CD… O ancora in "The waterfall", caratterizzato da una chitarra spagnola.
Certo… alcuni brani e situazioni stentano talvolta a decollare e terminano lasciandoci un certo senso di insoddisfazione, ma personalmente mi ritrovo a pensare a tutto "Waterline" come a un'opera unica, suddivisa sì in 11 movimenti, ma apprezzabile come un tutt'uno (da bravo concept album, in fondo…), con 11 aspetti della stessa situazione, o immagine. Si tratta di un lavoro che a momenti riuscirà addirittura ad entusiasmare chi ama un Prog sinfonico dalle tinte pastello, che può piacere al primo ascolto ma che a ogni ascolto successivo potrà regalare nuovi particolari da scoprire e da gustare.
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Alberto Nucci
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