I Random Touch si misurano con un'uscita parallela, in contemporana con il riuscito exploit free- rock di "A Box and a Word": per la realizzazione di "Duologue" si defila il tastierista James Day ed i Random Touch rimango un semplice duo batteria-chitarra elettrica, ovvero Christhoper Brown e Scott Hamill. Le sonorità in "Duologue" prendono dunque una forma sensibilmente diversa che in altri loro lavori, la chitarra elettrica catalizza buona parte dell'attenzione con feedback e contorsioni rumoristiche, mentre il suono nel suo complesso diventa distante ed impalpabile, sintomo di una sensibilità post psichedelica e free form al limite del collasso fisico e mentale. "Duologue" rispetto al suo “gemello" "A Box and a Word" è disco ancor più aspro, introverso quando non criptico: le modalità free-jazz improvvisative vengono compresse attraverso poco meno di quaranta minuti in cui si passa da scalcinati blues destrutturati come "After" alle suggestive astrazioni psichedeliche di una "Nestle" d'apertura, mentre tracce acid rock si fanno largo in "Rooted Tendril"... Come ovvio i Random Touch seguono il loro preciso stile musicale, senza una vera e propria struttura nei brani, la musica segue l'istinto e l'intesa reciproca fra batteria e chitarra, la musica scorre via ancora una volta senza grandi difficoltà, senza che l'ascolto si faccia eccessivamente pesante e stressante, probabilmente anche grazie alla relativa ed intelligente breve durata del disco. Come può accadere in questi casi alcuni brani del cd danno l'impressione di girare a vuoto, le pretese intellettuali dei Random Touch potrebbero sembrare eccessive ed un po' pretenziose per alcuni... Del resto dipende da chi ascolta... Per chi ama le situazioni artistiche più estreme ed inusuali "Duologue" rappresenta di sicuro un progetto piuttosto interessante...