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MARIA FAUST GROUP |
Bitchslap boogie |
Barefoot Records |
2008 |
EST/DAN |
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Sicuramente questo album è stato per me una delle più belle sorprese del 2008: lo comprammo proprio in occasione della sua uscita in un negozio di Tallinn perchè ci era stato consigliato da Pearu Helenurm, il tastierista dei Phlox, al quale avevamo chiesto se conoscesse qualcosa di valido in ambito jazz-prog estone. Questo disco sembrava proprio arrivato al momento giusto, come caduto dal cielo, perché concretizzava tutte le nostre aspettative, andando anche oltre. Ricordo che al primo ascolto, avvenuto la sera stessa in albergo, con il lettore portatile, ne rimasi davvero estasiata. Avevo trovato qualcosa di veramente valido, che univa il piacere di un ascolto complesso a quello di un ascolto basato sull'emotività e sulla melodia e che allo stesso tempo conservava dentro di sé la fiamma dello storico prog estone. L'immagine che questo disco dà di sé è molto forte, a partire dal titolo e dalla copertina nera che ritrae al suo interno un groviglio di corpi femminili che si azzuffano, proprio come in questa musica troviamo un groviglio di suoni, suadenti come i contorni di un bel corpo ma graffianti come lunghe unghie che affondando nella pelle. Ovviamente i suoni portanti sono quelli del sax di Maria Faust che ha un temperamento davvero infernale, elegante e delicato a volte ma aggressivo al momento giusto, in grado di emettere suoni rotondi e di degenerare da un momento all'altro in growl rabbiosi. Questo sax è ben accerchiato da una potente schiera di fiati che provengono, come Maria Faust, dal conservatorio di Esbjerg in Danimarca, con Lars Greve al sax tenore e soprano, Tormod Melas Holm al sax baritono e soprano e Thomas Caudery alla tromba. Ci spieghiamo quindi anche la doppia nazionalità di questo album: la nostra sassofonista estone, originaria dell'isola Saaremaa, studia infatti jazz in Danimarca. La formazione è poi completata da basso, batteria, chitarra e piano. La musica risultante è un grande avant jazz con contaminazioni rock, suonato con grande enfasi, proprio per l'azione dirompente dei 4 fiati, dominati dal grande temperamento di Maria Faust che riesce a dosare con abilità grazia ed aggressività. Il mood della musica è a volte solenne ed oscuro, quasi lugubre, ma improvvisamente riesce a sciogliersi trasformandosi in qualcosa di seducente, caldo e persino capriccioso. Si percepisce in ogni azione musicale, anche in quelle più tormentate, una costante eleganza di fondo. Certe miscele di jazz e rock potrebbero far pensare a certe soluzioni Canterburyane ma qui c'è un carattere tutto diverso che vi invito caldamente a scoprire perché non è comune trovare personaggi dello spessore di questa Maria Faust che spero continui a regalarci grande musica anche negli anni a venire.
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Jessica Attene
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