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KORAI ÖRÖM |
Sound and vision (Live) |
Szerzöi Kiadás |
2000 |
UNG |
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Ecco l’altra uscita del 2000 per i Korai Öröm, stavolta completamente live (anche se sono stati eliminati i rumori del pubblico) e del tutto inedita. Si registra, inoltre, la presenza di due nuovi chitarristi: Péter Szalay (attivo all’interno della band a partire dal ’98) e Zoltán Bonnyai alla slide. In effetti i due riescono a fronteggiare abbastanza bene la lunga ombra dei loro predecessori, conferendo un sound ancora più vicino a quella specie di reggae psichedelico che, anche grazie all’uso del flauto, avvicina molto il gruppo di Budapest a Ed Wynne & soci. Diciamo che comunque quest’ultimi risultano molto meno ripetitivi, magari non puntando a tutti i costi sul fattore “ipnotico”. Detto che anche in questo caso i pezzi sono solo numerati, abbiamo un primo brano che sa molto di vento dell’Est, seguito da un altro in cui le tastiere fanno da battistrada per sensazioni dilatate. Bello stavolta l’intermezzo percussivo, anche perché giocato molto con gli intarsi delle chitarre, dopo di che prende il via quasi un quarto d’ora molto buono ancora di percussioni e di strumenti a corda. Quinto pezzo di urban music (esisterà veramente? La definizione viene spesso usata da alcuni media per definire i Korai Öröm) che ricorda un po’ il Vernon Reid solista, chiudendo con una traccia finale molto aperta e spensierata, ben articolata tra strumenti percussivi e a fiato, scandita con l’incedere delle chitarre che ormai sono diventate imprescindibili anche se usate in modo minimale. Qualcuno sostiene che buona parte di questo materiale sia improvvisato, il che potrebbe tranquillamente essere. A parte ciò, all’interno del dischetto potrete trovare anche tre files video che possono essere visionati con il proprio computer. Tra questi, citiamo (proprio per caso…) quello in bianco e nero, dove si possono ammirare le grazie di una donna che si muove priva di qualsiasi indumento. Fateci un pensiero (all’intero cd, non al video!); in questo live passa un momento nevralgico per la storia musicale dell’ensemble ungherese.
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Michele Merenda
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