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D.F.A. |
Lavori in corso |
Scolopendra |
1996 |
ITA |
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Avendo ascoltato tempo fa il demo-tape di questa band veronese, sono rimasto abbastanza sorpreso, in modo piacevole devo dire, trovandomi già alle prese con un loro CD e soprattutto constatandone il notevole miglioramento che andrò ad esporre all'inclito pubblico. Innanzi tutto, facendo un passo indietro, c'è da ricordare che i DFA erano (sono...) autori di un jazz-rock progressivo piuttosto elaborato, dalle influenze un po' Holdsworth, un po' Weather Report. Con questo CD due novità importanti sono state introdotte nella loro musica: un tastierista, Alberto Bonomi, proveniente (mi dicono) da una Genesis cover-band e che porta in dote un bel set di tastiere e synth, compresi i canonici Hammond e Mellotron. In secondo luogo sono state aggiunte delle parti cantate ove in passato la proposta era solo strumentale. Il tutto è ovviamente accaduto senza che il gruppo perdesse un grammo dell'energia che già trasudava dal nastro precedentemente analizzato, anzi acquistandone forse una dose ulteriore, quasi che l'essere usciti per la nuova etichetta dei Deus Ex Machina avesse fatto sì che avvenisse una trasfusione di grinta e ruvidezza mutuata dal combo bolognese. Il risultato è un qualcosa che si avvicina abbastanza ai migliori Minimum Vital, ma che si differenzia da essi appunto per la carica e l'aggressività di certe situazioni, non sconfinanti nel puro hard, ma in grado di caricare l'ascoltatore di adrenalina come pochi gruppi che suonano questo genere sanno fare. I 6 brani sono piuttosto lunghi ed elaborati, con una punta di oltre 16 minuti per la splendida "La via", cui affianco per bellezza le più brevi, ma intense, "Collage" (davvero quasi hard...) e "Space ace man". Sì, insomma... in conclusione, avrete capito che questo non è un disco consigliabile solo a chi ama sonorità jazzate o canterburiane, trattandosi di un grande album di Progressive sinfonico, prima di tutto!
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Alberto Nucci
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