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BAROCK PROJECT |
Vivo - Live in concert |
Artalia |
2016 |
ITA |
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Con quattro album in studio pubblicati tra il 2007 e il 2015 ed un’attenzione crescente da parte di pubblico e critica i Barock Project si sono conquistati senza dubbio un ruolo importante nell’attuale scenario del prog italiano. Il 2016 vede come nuova tappa la realizzazione del primo disco live, intitolato “Vivo”, edito da Artalia e consistente in due cd per un totale di oltre due ore di musica. Diciamo subito che tutte le qualità mostrate finora vengono pienamente confermate da questa nuova prova, che mette bene in luce tutte le caratteristiche della musica del gruppo. Il rock sinfonico dei Barock Project, infatti, pur non nascondendo il chiaro ascendente che Keith Emerson ha sul bravissimo tastierista e leader Luca Zabbini, non è il classico copia-incolla di soluzioni già abbondantemente note, visto che le basi da cui si parte vengono poi sapientemente personalizzate. La proposta della band, infatti, partendo da un progressive rock strettamente imparentato con la musica classica, vede anche un romanticismo che tradisce la loro italianità, la ricerca di un feeling immediato e qualche spunto un po’ più energico che non guasta. Spesso e volentieri, comunque, le varie anime della band vengono a galla all’interno di una stessa composizione. Il primo cd va a pescare brani dai primi tre lavori dei Barock Project, mentre il secondo vede un’ampia selezione di estratti da “Skyline”. I livelli qualitativi si mantengono sempre alti, sia quando siamo di fronte a composizioni maestose che mostrano i legami emersoniani e con la musica classica (“Back to you”, “Coffe in Neukolln”, “Fool’s epilogue”, “Overture”, le evoluzioni di “Duellum” e “The silence of our wake”, o il magico crescendo di “Skyline”, giusto per indicarne alcune), sia quando vengono eseguiti pezzi dove si avverte una maggiore attenzione nei confronti della melodia, senza cadere mai nel banale e mettendoci molta farina del proprio sacco, o anche quando si spinge di più sull’acceleratore. Nella track-list sono presenti poi una inaspettata cover della celebre “Los endos” dei Genesis, eseguita ovviamente con estrema perizia ed un inedito registrato in studio “My silent sea”, oltre nove minuti dai connotati classicheggianti ed ennesima dimostrazione di bravura. Alla fine dell’ascolto restano tante emozioni e la consapevolezza di essere di fronte ad un gruppo che ha toccato vertici di grande maturità. Quasi impossibile trovare punti deboli in queste due ore e passa di un sound cristallino, nelle quali i virtuosismi di cui sono capaci i musicisti, mai fini a sé stessi, si alternano alla perfezione a iniezioni di adrenalina e a suggestioni più morbide e sognanti, in composizioni che presentano dinamiche ben studiate, gustose e frutto di una grande preparazione di base. Il paradosso è che proprio questa eccessiva “perfezione”, di tanto in tanto, fa venire un po’ meno il calore che dovrebbe essere abbondante in esecuzioni in presa diretta. Piccolezza trascurabile su cui lavorare un po’ e che non incide minimamente sul giudizio ampiamente positivo che meritano sia l’album che la musica.
Detto di Zabbini, deus ex machina del gruppo, ma che non accentra mai troppo su di sé le attenzioni, meritano citazione gli altri protagonisti che completano la formazione e che rispondono ai nomi di Luca Pancaldi (voce), Marco Mazzuoccolo (chitarre), Francesco Caliendo (basso) e Eric Ombelli (batteria e percussioni). Per chi conosce già bene i Barock Project i contenuti di questo live non rappresentano certo una sorpresa ed è di nuovo un piacere affrontare la musica del gruppo emiliano. “Vivo” può essere perfetto anche per un primo approccio con la band, visto che sembra una summa perfetta del loro percorso e della loro crescita avvenuta in quasi un decennio. Non solo, “Vivo” viene presentato come una sorta di spartiacque che divide la prima parte della carriera dei Barock Project dal loro futuro che li vedrà impegnati in nuovi progetti, senza il cantante Pancaldi, che ha annunciato la sua separazione dalla band, ma con una piccola schiera (auspicando che sia sempre più numerosa) di appassionati pronti a seguirli ancora.
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Peppe Di Spirito
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2009 |
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