|
AEROSTATION |
Aerostation |
Immaginifica |
2018 |
ITA |
|
Il progetto Aerostation nasce dalla fusione delle idee di Gigi Cavalli Cocchi ed Alex Carpani, due personaggi che, nel mondo rock progressivo italiano attuale e non solo, non hanno bisogno di molte presentazioni. Le esperienze maturate con personaggi del calibro di Ligabue, David Jackson, David Cross, CSI, Bernardo Lanzetti (senza dimenticare i dischi del Carpani solista) fanno bella mostra nei curricula dei due artisti. Aiutati dal valido bassista Jacopo Rossi, componente dei Dark Lunacy, gruppo metal proveniente anche lui dall’area emiliana, elaborano una proposta musicale di qualità che, pur rimanendo nell’area del rock progressive, riesce ad essere personale. Sicuramente diversa da quella che si sente in giro ultimamente. Un trio senza chitarra potrebbe far pensare a sonorità di area ELP o Triumvirat; in realtà non è così. Anche rimanendo in ambito progressive le sonorità sono moderne e originali. Almeno in ambito italiano difficilmente troviamo proposte di questo tipo che confinano e sconfinano in territorio hard rock /AOR da una parte e in territorio elettronica/pop dall’altra. I brani non superano mai i sei minuti ed è un tempo più che giusto considerato il tipo di musica che ci viene offerta. Volendo proprio forzare un paragone per aiutare chi legge queste righe, molte atmosfere possono far pensare agli ultimi lavori dei Moongarden. E’ sicuramente un lavoro coraggioso in un mondo come quello del rock progressive che mai come oggi sa guardare solo verso il passato, sia per quanto riguarda i protagonisti che per le sonorità. Credo comunque che la strada indicata dal progetto di Alex Carpani e Gigi Cavalli Cocchi vada proprio nella ricerca di qualcosa che superi determinate barriere non solo di genere musicale ma anche di fruizione della musica. Le varie esperienze dei protagonisti di questo album vanno già in questa direzione e forse il trovarsi davanti un lavoro suonato, prodotto e presentato in una maniera superiore alla media, convincerà l’acquirente più maturo (non di età) e smaliziato (di ascolti) a dare una possibilità a questo lavoro. Non so come potrà svilupparsi un progetto di questo tipo e se i due protagonisti incroceranno ancora la loro via professionale in un futuro. La base per lavorare c’è ed è anche bella solida. Mai come in questo caso la parola e il giudizio sono nelle mani dell’appassionato musicale che ascolteranno questi undici brani.
|
Antonio Piacentini
Collegamenti
ad altre recensioni |
|