IWKC, ovvero I Will Kill Chita è il nome di una band russa nata nel 2008 su iniziativa dei fratelli Samarin, Nikita (batteria e percussioni) e e Nick (tastiere e chitarre). Partiti inizialmente come garage-punk band hanno iniziato un curioso processo di evoluzione che li ha portati ad abbracciare territori completamente diversi, arrivando a toccare progressive rock di matrice sinfonica, post-rock e psichedelia. Diamo un ascolto a questo EP di 18 minuti uscito nel 2016 in cui i Samarin sono affiancati dal tastierista Andrew Silin, dal bassista e violoncellista Artem Litvanovskiy e da alcuni ospiti ai fiati e alle parti vocali. Il brano di apertura si intitola “Survival instruction” e ci mostra già bene la visione che gli IWKC hanno del prog sinfonico: tastiere in primo piano, ritmiche solide ed un crescendo esplosivo decisamente vicino al post-rock. Molto stravagante “Cho Blya!?”, dall’andamento apparentemente scanzonato nei primi due minuti, con voci distorte e inserimenti di tromba e trombone. Nella seconda metà i ritmi si fanno più pacati e si viaggia con un funky-rock fin troppo tranquillo. Probabilmente un curioso divertissement per i musicisti, ma sicuramente il momento meno interessante del dischetto. Ancora un cambio di rotta con “Patris et Filii et Spiritus Sancti”, con tre minuti e mezzo di jazz-rock alquanto bizzarro. Conclusione in bello stile con “Keine angst”, dove sonorità che ricordano il mellotron rimandano subito ai primi King Crimson; a metà brano tutto si ferma per dare spazio ad una sezione ambient che porta lentamente a termine il lavoro. In questo EP gli IWKC viaggiano in più direzioni, sperimentando, vogliosi di scoprire nuove strade da percorrere. Non tutto è messo bene a fuoco, ma alcune cose sono interessanti, anche se l’impressione è che non si tratti di un lavoro che può essere visto come “rappresentativo” della band.