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GONG Pulsing signals Kscope 2022 UK

Dopo la dipartita di Daevid Allen, le redini dell’universo Gong sono passate saldamente nelle mani di Kavus Torabi (già protagonista con Cardiacs, Guapo, Knifeworld, Die Laughing e numerosi altri progetti). L’eredità di questo marchio importante non poteva trovare musicista migliore, tanto è vero che questa nuova fase ha fruttato due album sorprendentemente belli. “Rejoice! I’m dead” vedeva ancora qualche contributo di Allen e di alcuni personaggi famigliari, quali Steve Hillage e Didier Malherbe. Con “The universe also collapses”, c’è stato il via definitivo, se vogliamo, al nuovo corso. Entrambi i lavori sembrano modernizzare il sound storico dei Gong e se si avverte la continuità con il passato recente, si percepisce anche il rinnovamento frutto della verve e della personalità di Torabi. Dai concerti proposti dopo l’ultimo disco in studio, ecco ora un doppio dal vivo, “Pulsing signals”, che ci dà uno spaccato della dimensione live attuale del gruppo. La band è formata da Torabi al canto e alla chitarra, Ian East ai sax, Fabio Golfetti alla chitarra, Che Nettles alla batteria e Dave Sturt al basso. In questo documento dal vivo ci troviamo di fronte a novanta minuti di viaggi sonori nello spazio. La teiera di un tempo sembra trasformata in un’astronave più tecnologica e nonostante il poco spazio lasciato alla nostalgia, il fascino c’è, eccome! I ripescaggi del glorioso passato sono solo “You can’t kill me” e “Master builder”, in versioni energiche, ma senza esagerazioni e rappresentano comunque un bel tuffo in acque sicure. E se “Rejoice!” dà quell’immediatezza irriverente e divertente tipica della musica dei Gong e “Kapital” è un trip ipnotico come ai bei tempi, gli altri pezzi mostrano musicisti in stato di grazia, che presentano la fantasia canterburiana con chitarre acide e sax sferzanti su ritmi agili. Ma il manifesto dei Gong di oggi è senza dubbio “Forever reoccurring”, con venti minuti di space-rock moderno, sognante e suggestivo, dalle dinamiche particolari, alternando fluttuazioni cosmiche, parti vocali stravaganti, tempi che variano e passaggi strumentali dannatamente efficaci, dove gli slanci solistici della chitarra elettrica e del sassofono regalano emozioni continue in uno splendido trip sonoro prog/psichedelico. Qualcuno obietterà che non sono più i veri Gong, senza Allen e senza alcun membro storico. Ma la realtà è che proprio Allen ha voluto passare il testimone a Torabi e, lo ribadiamo, non poteva esserci scelta più azzeccata!



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Peppe Di Spirito

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