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ALIANTE Destinazioni oblique Mellow Records 2022 ITA

Un valido esordio con “Forme libere”, un seguito che segnava una crescita con “Sul confine” ed ecco ora sganciata la bomba con “Destinazioni oblique”. Se gli Aliante avevano già dato impressioni favorevoli, adesso il salto di qualità e la maturità completa sono arrivati. Merito di un disco di ampia durata, quasi del tutto strumentale, che segna un ulteriore sviluppo in personalità del loro progressive legato a certo romanticismo degli anni ’70. Il nuovo lavoro della band toscana è una deliziosa miscela di influenze che affacciandosi e intrecciandosi tra loro durante l’ascolto si snodano in un sound particolare. Il rock sinfonico si apre a varie contaminazioni, tra suggestioni floydiane, elementi cinematici, soffuse diversioni jazzistiche e visionari passaggi psichedelici, ma non si perde, anzi, si rafforza l’identità del gruppo. Gli Aliante si sono presentati a questo nuovo appuntamento non più in terzetto, visto che al fianco del motore ritmico composto dal bassista Alfonso Capasso e dal batterista Jacopo Giusti, troviamo, al posto del dimissionario Enrico Filippi, due nuovi innesti, il chitarrista Davide Capitanio e il polistrumentista Michele Lenzi, impegnato con tastiere, chitarra acustica, flauto e fagotto. Affilate le nuove armi, gli Aliante sfornano un prodotto che rientra sicuramente tra le più interessanti pubblicazioni italiane del 2022 e non sono pochi coloro che lo vedono sul gradino più alto del podio. “Destinazioni oblique” si sviluppa per quasi settantasette minuti e presenta dieci tracce ad ampio respiro, ad eccezione del brano che dà il titolo all’album, che è un breve tassello nel quale, sull’accompagnamento di due chitarre acustiche, l’ospite Serena Andreini recita il testo. La musica scorre sempre in maniera molto fluida, nonostante non siano poche le variazioni di tempo e di atmosfera anche all’interno di una stessa composizione. Ne vien fuori un disco omogeneo e incantevole, che non smette di stupire e che non vive attimi di stanca nonostante l’elevato minutaggio. La solida e densa base ritmica rappresenta la spina dorsale lungo la quale si muovono agilmente le note diffuse, per lo più, da chitarra e tastiere. La qualità si mantiene sempre molto alta, al punto che risulta difficile individuare episodi che spiccano nettamente rispetto ad altri. Potremmo dire che colpiscono l’andamento ipnotico dell’incipit “Il mondo di fronte”, il connubio tra jazz-rock ondivago e prog epico, con tanto di contributo importante del fagotto, in “Home trip”, il deflagrante processo di contaminazione totale di “Code Marea 05” (in cui compare anche un infuocato violino suonato da Marianna Vuocolo), le eleganti melodie mediterranee di “L’ultimo riflesso”, ma si tratta giusto di qualche esempio per dare una piccola e vaga idea dei contenuti di un disco che sorprende e guadagna punti ad ogni ascolto. Le influenze avvertibili sono numerose e si viaggia tra echi di Pink Floyd, PFM, Camel, Genesis, Jethro Tull, Orme, Bacalov, ma, come già accennato, alla fine emerge una tavolozza sonora in cui questi riferimenti si sovrappongono e si aggrovigliano talmente tanto tra di loro che nell’opera finale non si possono vedere precise coordinate stilistiche. E forse proprio questo è il tratto distintivo raggiunto con bravura dagli Atlante, capaci di differenziarsi dalla stragrande maggioranza di proposte prog odierne legate a canoni ben definiti e quasi sempre prevedibili. In “Destinazioni oblique”, invece, non c’è nulla di scontato, non si avverte l’impressione del “già sentito” e risulta difficile, se non impossibile, rispondere alla domanda “a chi somigliano?”.



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Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

ALIANTE Forme libere 2017 
ALIANTE Sul confine 2019 
EGOBAND Trip in the light of the World 1992 
EGOBAND Fingerprint 1993 
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EGOBAND Earth 1999 
EGOBAND Live at Rosa’s farm - Official bootleg 2012 
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