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ALIANTE Anime invisibili Ma.Ra.Cash Records 2024 ITA

Si poteva pensare che gli Aliante si fossero espressi al massimo delle loro potenzialità con "Destinazioni oblique" e che sarebbe stato difficile confermarsi su vertici così alti. L'album uscito nel 2022, infatti, mostrava una band che aveva fatto il salto di qualità definitivo e che con una proposta strumentale variegata aveva convinto in tutto e per tutto. Dopo soli due anni ed un cambio di etichetta dalla Mellow alla Ma.Ra.Cash, con "Anime invisibili" gli Aliante riescono a realizzare una nuova opera che mantiene pienamente gli standard raggiunti col predecessore. L'album è costituito da quattro nuove tracce legate l'un l'altra senza soluzione di continuità, praticamente a formare un'unica suite. Non cambia la formula strumentale e non cambia lo stile, con questo prog che parte da una matrice sinfonico/romantica per poi mescolarsi, attraverso gli equilibri perfetti nuovamente trovati dai musicisti, con i Pink Floyd (soprattutto, ma non solo, quelli di "Animals"), con divagazioni jazz-rock, con deviazioni space, con passaggi cinematici e con un calore mediterraneo che favorisce belle melodie e che rende tutto scorrevole, anche senza parti cantate. Non mancano i cambi di ritmo e di atmosfera, i tempi composti, gli impasti elettroacustici, il lavoro sia d'insieme che solista della chitarra e delle tastiere, gli interessantissimi interventi di flauto, fagotto e didjeridoo. Si tratta di soluzioni spesso comuni a chi si orienta verso un certo tipo di prog, ma oggi si può dire che gli Aliante hanno trovato il modo di rendersi riconoscibili ed hanno un loro sound distintivo, in cui si riscontra il rispetto per la tradizione del passato, ma senza distogliere gli occhi dal presente. Così, ci troviamo ad ascoltare anche in questa occasione una proposta scintillante, matura, senza cali di tensione, che dimostra una volta di più l'affiatamento che c'è tra i musicisti ed una capacità di muoversi con credibilità e personalità in un campo minato e pieno di rischi di rifarsi a cliché già troppo sfruttati, come quello del prog sinfonico. A differenza del precedente disco, che sfiorava gli ottanta minuti, stavolta la durata è più contenuta, vicina ai tre quarti d'ora. Chissà se gli Aliante hanno voluto ascoltare qualche voce secondo cui per il tipo di musica in esso contenuta "Destinazioni oblique" si prolungava un po' troppo (non è il parere del sottoscritto, che ha apprezzato anche l'elevato minutaggio dell'opera in questione). Non esitiamo, alla fine, a fare un nuovo plauso al bassista Alfonso Capasso, al batterista Jacopo Giusti, al chitarrista Davide Capitanio e al tastierista Michele Lenzi, che proseguono al meglio per la loro strada e che al quarto album, visti i risultati ottenuti, possono essere inquadrati tra le più interessanti band prog in circolazione attualmente nella nostra penisola. E a questo punto è lecito attendersi nuove prove discografiche che mantengano le vette toccate e ritoccate.

 

Peppe Di Spirito

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