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GENS DE LA LUNE Pentacle de Lune Francis Decamps Concept 2021 FRA

Il nuovo concept nasce da un’idea del bassista Mathieu Desbarats e parla di un personaggio un po’ ingenuo, impersonato dal cantante Jean-Philippe Suzan, che è sicuro di poter risolvere tutti i problemi della società e cerca di convincere senza successo altre persone ad unirsi alla sua battaglia contro i mulini a vento. In questo percorso incontrerà la paura, impersonata da uno stravagante pagliaccio interpretato dal tastierista Francis Décamps, la saggezza, incarnata da Mathieau Desbarat, un aggressivo Cédric Mells Décamps (drum programming) ed infine l’amore, rappresentato dal chitarrista Damien Chopard. Ecco quindi che si viene a formare il pentacolo di 5 personaggi richiamato dal titolo, così denominato perché tutti vorrebbero prendere la luna.
L’amore per il teatro si delinea a partire da questa trama bizzarra e con un colpo di scena ecco che viene a calare il sipario sulla carriera del gruppo francese che ha deciso di congedarsi dal suo pubblico con quest’opera che rappresenta a tutti gli effetti un regalo d’addio. Quattro album in totale, incluso quest’ultimo, una storia ormai ultradecennale e uno stile personale che prende in parte le distanze, senza però tradire un certo grado di parentela, rispetto allo storico gruppo madre degli Ange (in cui Francis Décamps suonava assieme al fratello Christian), questa la sintesi estrema di una carriera non folgorante ma sicuramente ripagata dall’affettuoso seguito degli appassionati.
Lo stile è quello sinfonico che ricordavamo, in cui spicca la performance teatrale di Suzan che, oltre a cantare, recita a tratti, riversando nella sua voce tutte le emozioni del momento calandosi appieno nei panni del protagonista, ora con lirismo, ora con rabbia, ora con speranza e ora con rassegnazione. L’altro aspetto caratterizzante e di grande pregio è rappresentato dagli elementi tastieristici, con registri che non facciamo fatica a ricollegare a quelli tipici dei vecchi Ange.
“Votre Héros” ci dona subito atmosfere tese e drammatiche, con suoni spigolosi e un po’ Frippiani e tante variazioni nella stesura di arrangiamenti non lineari. A questi momenti più concitati ne subentrano altri più lirici e Genesisiani, dimostrando come il gruppo riesca a cambiarsi rapidamente d’abito in funzione della scena rappresentata. Con i Gens De La Lune non rischiamo mai di annoiarci e “Au-Delà des Sanglots”, con la voce sinistra di Francis, è un po’ come una nuova fetta di “Au-Delà Du Délire”, con i suoi chiaroscuri e le esasperazioni caricaturali. “L’incipit de l’homme” è il momento centrale dell’album e anche quello più lirico e struggente, con fiumi di tastiere a sostegno di Jean-Philippe Suzan che rimane con la sua interpretazione accorata al centro della scena. Il gruppo riesce a esasperare ogni tipo di emozione, spingendoci con abilità e rapidità verso la commozione o verso la rabbia. Ed ecco che “Face au gibet” è dura e disperata… e in effetti, come vi sentireste voi al cospetto di un patibolo? Il finale che ci offre la conclusiva title track è perfino cabarettistico e quindi vedete come questo album, magistralmente interpretato da grandi artisti, sia emotivamente davvero caleidoscopico.
Un ultimo appunto va fatto sulla batteria che è frutto di un accurato lavoro di programmazione. E’ stata una scelta ponderata resa necessaria dagli angusti spazi dello home studio di Décamps che non permetteva di registrare quelle parti con uno strumento vero. E’ stato fatto di tutto per rendere i suoni della batteria “umani” e vicini a una performance autentica e direi che l’esperimento è davvero apprezzabile. Certo non posso dire che sia la stessa cosa ma l’album non ne esce per questo assolutamente indebolito e non ha sicuramente un sapore sintetico.
In questo bellissimo epilogo i Gens De La Lune hanno racchiuso la loro essenza artistica ed il loro cuore e tutto ciò arriva perfettamente agli ascoltatori, in modo sincero e con grande forza. Questa è l’ultima occasione per ammirarli, loro che suonano più Ange persino di più dei nuovi Ange di Christian e sono sicura che molti di voi li rimpiangeranno.



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Jessica Attene

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