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PATRICK BROGUIERE |
Destinations |
Gimmick Productions |
2024 |
FRA |
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Dopo parecchi anni di inattività, Patrick Broguière si è riaffacciato sulle scene musicali nel 2023, con l’album “A secret world” e la ristampa dei precedenti. Dopo un anno rieccolo con un nuovo capitolo discografico intitolato “Destinations”. Si tratta di un lavoro che evoca mondi immaginari grazie ai suoi forti connotati fiabeschi, con alcune perle di notevole valore che mostrano un musicista vicino alla sua forma migliore. Per questa occasione viene data molta importanza alle parti vocali, come dimostra subito il brano introduttivo “The land of Elves”, che ci trasporta in una terra incantata, con moderne tastiere d’atmosfera, spunti eleganti di chitarra, ritmi compassati e, soprattutto, con la soave voce femminile di Lara Ausensi che si esibisce in vocalese e dona un tocco folk-rock, quasi à la Iona. Per quest’album Broguiére ha scelto di farsi accompagnare da diversi cantanti, che si alternano nelle varie composizioni; così, oltre la citata Ausensi, troviamo Neda Homayoon, Conny Kollet, Öykü Sensöz, Celica Soldream e Victor Sordo. “Rockland” è una di quelle invenzioni di Patrick in cui si uniscono il rock e la musica medievale, con un riff di chitarra graffiante che cede il passo a spunti più melodici e all’alternanza del cantato femminile e maschile. Segnaliamo che di queste prime due tracce sono presenti poi due versioni bonus editate alla fine della scaletta. Per il resto ci sono altri cinque pezzi di ampia durata, mai inferiori ai sei minuti. Il top è forse rappresentato dal più lungo, “Hyperion”, che sfiora i tredici minuti. In questo lasso di tempo Broguière dà un saggio ci classe e realizza uno dei suoi vertici artistici. Anche in questa occasione l’orientamento medievaleggiante è forte, soprattutto nella parte iniziale che cede poi il passo a suoni ambient/elettronici e a vocalizzi femminili molto suggestivi. Poco prima dei cinque minuti le tastiere danno via ad una sezione solenne guidata dalle tastiere, che riporta alla mente le “Celestial voices” dei Pink Floyd su “A saucerful of secrets”, e che cede poi il passo ad una parte pastorale con chitarra acustica e fiati campionati alla quale si accompagna un curioso cantato con effetto robotico. Verso i dieci minuti si ritorna a sonorità medievali e si prosegue con queste sensazioni fino alla fine. Davvero una composizione molto affascinante! Dopo incontriamo dapprima una “Dreamland” in cui Broguière fa un po’ il trovatore moderno, con un tocco folk derivante da chitarra acustica, piano e violino campionato e con un’altra magistrale interpretazione della Ausensi, poi una “The final prophecy” che presenta orchestrazioni maestose. E se a seguire ci ritroviamo di fronte ad una “Desert voices” che punta su canti e ritmi da world music, arriviamo alla fine con una “Last destination” più austera nei toni e splendidamente articolata tra piano classicheggiante, voce femminile e sonorità di archi. Continuano a non convincere alcune scelte timbriche, con suoni in alcuni frangenti troppo sintetichi ed una batteria elettronica che oggigiorno può essere programmata un po’ meglio. Ma a parte questi piccoli difetti, la qualità musicale c’è e lascia soddisfatti, Broguière si mostra decisamente ispirato e, anche se non siamo ai livelli di “Mont Saint-Michel”, forse “Destinations” può essere considerato il suo secondo miglior disco.
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Peppe Di Spirito
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