Avevamo fatto conoscenza di Björn in qualità di chitarrista in seno al Pär Lindh Project, poi con "Bilbo" avevamo cominciato a sospettare che sapesse anche comporre dell'ottima musica; questo "Discus ursi" ci dà ora la certezza che una nuova stelle splende nel firmamento progressive. Accompagnato dal fido Pär Lindh alle tastiere e batteria nonché da due cantanti, il nostro Björn si cimenta con ogni genere di chitarre, mandolino, bouzouki, basso, nonché flauti vari e anch'egli non disdegna le tastiere (tutte rigorosamente analogiche). Che la presenza di Pär Lindh non vi tragga in inganno, perché il biondo tastierista ha sapientemente saputo eclissarsi in secondo piano per lasciare libero sfogo alla personalità dell'amico, che ci regala così 5 lunghi brani di un progressive (prevalentemente strumentale) di alto livello allo stesso tempo sinfonico, elettrico e romantico, mentre l'aspetto folk che caratterizzava Bilbo è qui assolutamente marginale. Una dichiarazione d'amore per il progressive, in cui Mr. Johansson disegna stupende melodie con le sue chitarre, mentre le numerose tastiere arricchiscono il tessuto sonoro rubando di tanto in tanto la leadership alla chitarra per lanciarsi in megnifici assoli. Un discorso a parte merita la lunga suite "Discus ursi's rhapsody", 20 minuti in cui Björn si occupa di tutti gli strumenti; la musica qui si allontana parzialmente dal progressive puro; suoni prevalentemente acustici, con grande attenzione per gli strumenti tradizionali ed una grande ricchezza di arrangiamenti. Qui non ci sono grandi virtuosismi o improvvisi cambi di tempo (la sezione ritmica è virtualmente assente), solo la ricerca della magia attraverso una musica evocativa e talvolta piacevolmente sorprendente nella scelta delle sonorità, belle melodie e niente più: non può non far pensare alle migliori cose di Mike Oldfield. Grande, splendido disco, non c'è che dire.