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Ancora sperimentazioni da parte del gruppo guidato da Ed Macan... sperimentazioni non fini a se stesse e neanche cervellotiche, ma costruite attorno a stilemi e dettami del Prog classico, come già per gli album precedenti. Il risultato è una minestra riscaldata fatta di brani strumentali in cui un certo rock sinfonico non esasperato, ma condizionato dal preponderante ruolo delle tastiere, con citazioni esplicite ed implicite, si fonde con ritmiche jazzate e soluzioni complesse ed arrangiamenti ricercati. Il sapore è un po' da one-man-band, anche se, oltre a Macan che suona un po' di tutto, ci sono altri tre musicisti. Non ci si annoia, tutto sommato, né tanto meno si resta schifati, ma devo dire che il tutto lascia un po' il tempo che trova. Alla lunga il disco non fa altro che passare piuttosto inosservato...
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