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OUTER LIMITS The silver apples of the moon 1989 (Musea 1997) JAP

Mugen, Pageant, Ain Soph, Bellaphon, Gerard, Novela, Il Berlione, Lacrymosa, Cinderella Search, Marge Litch, Rosalia, Social Tension, After the Rain, Starless, Scheherazade, Deja-Vu, Mr. Sirius, Midas, Vermilion Sands, Cosmos Factory, Far East Family Band, After Dinner, Shingetsu, Magical Power Mako, Yonibayashi, Mellow Clouds, R.I.O., Soft Weed Factor, Kenso, Black Page, Vasilisk, Merzbow, Novela, Quasimode, Universe Zero, Art Zoyd, Ubazakura, Negasphere, Teru's Symphonia, Circadian Rhythm, Pale Acute Moon, Sophia eccetera eccetera. Se fino a poco tempo fa il prog giapponese era ingiustamente considerato una mera copia di modelli occidentali, recentemente si assiste ad una iper-valutazione dei gruppi nipponici che, altrettanto ingiustamente, vengono tutti descritti come eccelsi autori di musica progressiva. Come sempre accade il giusto sta nel mezzo, per cui si hanno ottimi gruppi accanto a modesti ensemble ed il modo migliore per sfatare tali miti è avere la possibilità di ascoltare (personalmente credo che molto del fascino che ammanta ultimamente i gruppi giapponesi dipenda proprio dalla difficoltà di recuperare i loro CD).
E' per questo motivo benvenuta la ristampa di prodotti giapponesi ad opera di etichette occidentali, come accaduto per gli Outer Limits con il lavoro in questione. Fondati nel 79 dal tastierista Shusei Tsukamoto che ne ha poi sempre costituito il fulcro, registrano nell'81 il primo album (condividendolo con i Kanzeon) che viene stampato in 300 copie dalla neonata Made in Japan Records di Shingo Ueno il quale ha, fra l'altro, un ruolo fondamentale nella riunione del gruppo all'inizio 84 dopo la separazione avvenuta nell'autunno 82 (a causa degli scarsi riscontri di pubblico). Con una formazione rimaneggiata ma sempre capitanata da Tsukamoto e dalle sue sontuose tastiere, registrano altri tre album caratterizzati dall'intensivo utilizzo del violino e da una chitarra aggressiva, fino a che una serie di abbandoni (con conseguente creazione dei Vienna ed accorpamenti a gruppi diversi quali i Deja Vu) portano al secondo scioglimento degli Outer Limits datato 1987. Si ritroveranno nell'Aprile dell'89 per un concerto celebrativo durante il quale viene registrato il disco che viene ora qui riproposto da Musea e che offre un collage di 5 brani presi sia dagli album che da alcuni dei cinque EP e sette pollici che hanno prodotto. Ciò che propongono può essere immaginato come un incontro fra King Crimson, Premiata Forneria Marconi ed UK (...se una tale commistione può essere immaginata!), il tutto interpretato con uno stile che richiama i tratti caratteristici del periodo durante il quale i pezzi sono stati scritti (quegli anni 80 all'insegna del new prog inglese) ma li concretizza con una tensione a superare i limiti di questo. Si vedono ad esempio abbinati sintetizzatori digitali con il caldo suono di Mellotron ed Hammond, ambienti sinfonici ed epici commisti con dissonanze e soluzioni di ricerca, l'esaltazione della tecnica, tipica dei gruppi giapponesi, non rimane fine a se stessa ma viene impiegata per creare ambienti coinvolgenti.

 

Luca Rodella

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