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PERIPLO Diario di un malessere passeggero Mellow Records 2014 ITA

E' una proposta decisamente personale quella dei Periplo, gruppo di musicisti molto preparati che realizza un disco in formazione un po' particolare, prevalentemente acustica. Prendete sonorità legate alla musica da camera e al progressive, unitele ad un grande senso della melodia, a qualche divagazione dal sapore jazzistico e a una certa ricercatezza dei testi, derivanti probabilmente anche dall'influenza della scuola genovese dei cantautori ed ecco che potete avere un'idea sui contenuti di questo "Diario di un malessere passeggero". D'altronde, che i Periplo fossero una band capace di sorprendere e di indirizzarsi verso un percorso abbastanza originale lo si era già percepito grazie alla loro partecipazione ad un paio di dischi tributo in cui stravolgevano, ottenendo notevoli risultati, brani di colossi del calibro di Peter Gabriel e Yes. E la loro capacità di trovare nuove soluzioni ed idee per brani già affermati la mostrano anche in questa occasione, mettendo mano, a loro modo, alla celebre "Carry on my wayward son" dei Kansas e a "Fantasmi di città" di Enrico Ruggeri. I legami con il mondo del prog, inoltre, sono rafforzati dal fatto che una delle menti principali di questo progetto è quella del maestro Luca Scherani, tastierista, compositore e arrangiatore che molti appassionati potranno già conoscere abbastanza bene per il suo importante contributo con gli Hostsonaten di Fabio Zuffanti, con la Coscienza di Zeno, con i Trama, nonché per alcuni album solisti di indubbio interesse.. Insieme al bravo cantante Fausto Sidri, Scherani ha creato i Periplo nel 2006, che si sono poi man mano plasmati, con il contributo di vari colleghi, fino a diventare questa entità che nel 2014 arriva alla pubblicazione del cd di esordio. A contribuire a questo lavoro troviamo infatti una line-up completata da Joanne Roanne al flauto, da Sylvia Trabucco e Nicola Peirano al violino e da Chiara Alberti al violoncello. La presenza di ospiti a batteria, basso e programmazioni permette di arricchire ulteriormente la dimensione sonora del gruppo. Soffermandosi solo sulla strumentazione ci si potrebbe fare un’idea di partenza sbagliata e cioè quella di essere al cospetto di un album molto legato alla musica accademica e alla sua seriosità. I Periplo, invece, ci propongono una serie di canzoni raffinate, arrangiate con maestria, lontane dalla maestosità sinfonica o dalle asprezze delle avanguardie legate al prog. Sono brani che scorrono con leggerezza, con motivetti e ritornelli orecchiabili, denotando comunque un'enorme inventiva grazie alle pregevoli prestazioni dei musicisti coinvolti e ai concetti di base che da sempre animano il gruppo. Le influenze molteplici vengono indirizzate verso un proprio unico percorso, debitore sicuramente di certe esperienze di Banco, Genesis, Robert Wyatt e Gentle Giant, ma anche, come accennato, dei cantautori genovesi. Ne vien fuori un indirizzo sonoro attraente proprio per le sue caratteristiche peculiari; nulla è scontato, tutto è lontano da qualsiasi luogo comune dell'universo prog e si avverte una freschezza compositiva che trasmette piacevoli sensazioni. La grande preparazione dei musicisti coinvolti è "semplicemente" messa al servizio di questa idea musicale che abbina ricercatezza e semplicità in un disco sorprendente, non del tutto immediato, soprattutto per chi poteva desiderare la solita bomba sinfonica. Dovete solo cacciar via qualsiasi pregiudizio e farvi assalire da quella leggerezza a cui facevamo cenno prima e potrete gustare una pietanza musicale assolutamente prelibata.



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Peppe Di Spirito

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