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LUCA SCHERANI Everything’s changing AMS Records 2023 ITA

Forse non si è mai parlato abbastanza di Luca Scherani. Eppure è una figura che ha legato il suo nome a progetti molto importanti, soprattutto vicini all’area prog genovese e forse ricapitolare brevemente il suo impressionante curriculum (almeno in parte) non guasta. Già verso la fine degli anni ’90 lo troviamo coinvolto nell’opera rock “Merlin” di Fabio Zuffanti. E al fianco di Fabio figura anche con Hostsonaten, Aries, Curva di Lesmo. Fa parte de La Coscienza di Zeno e dei Trama e guida i Periplo. È presente in diversi album di Marco Bernard/The Samurai of Prog, nel Cerchio Medianico di Stefano Agnini, in “Istinto” degli Jus Primae Noctis, dà un contributo fondamentale al disco solista di Stefano “Lupo” Galifi del Museo Rosenbach, ha firmato un piccolo gioiellino di pop melodico/sinfonico, passato praticamente inosservato, insieme al quartetto d’archi DB e chissà cos’altro stiamo dimenticando.. E ora, a undici anni di distanza da “Everybody’s waiting”, con “Everything’s changing” giunge alla sua terza prova di una carriera solista che va in crescendo. Tredici nuovi brani, tutti firmati da Luca, per quasi cinquantasei minuti di musica. Scherani si esibisce col suo ampio armamentario di tastiere, ma mostra dimestichezza anche con una marea di altri strumenti. Chi ha ascoltato i suoi precedenti lavori solisti e il disco con i Periplo non rimarrà del tutto sorpreso da uno stile particolarmente raffinato, in cui c’è un’ampia presenza degli archi. Ma siamo di fronte comunque ad una proposta fuori dagli schemi e molto personale, in cui la musica da camera si incrocia con il prog, con atmosfere cinematiche e da colonna sonora, senza disdegnare divagazioni jazz, liriche, soluzioni melodiche vicine ad un cantatutorato elegante e mediterraneo e spruzzatine di elettronica. Per lo più siamo al cospetto di composizioni strumentali di durata contenuta, ma costruite egregiamente, con arrangiamenti ingegnosi ed un forte fascino, nelle quali Scherani dialoga spesso con gli archi e il flauto, creando un chamber rock (in realtà molto chamber e poco rock) che è un vero gioiello. I pezzi cantati (“Il discorso” e “Un viaggio verso un sogno”) e “La ragione” tendono, invece, a prolungarsi un po’, con trame più complesse e strumentazione ricca, così, le soluzioni classicheggianti si sposano con il prog sinfonico degli anni ’70 e con idee non distanti da quanto già fatto con i Periplo. In realtà è difficile anche solo descrivere la musica proposta qui da Scherani, proprio perché legata maggiormente alla classica ed è difficile trovare punti di riferimento precisi. Ma quello che conta sono i risultati, che in questo caso sono a dir poco notevoli. L’album mantiene una sua forte omogeneità, con le caratteristiche descritte, anche se nel finale troviamo un divertissement vagamente jazz per solo piano (“Cristina”), uno space-rock elettronico (“Awondalimba”) e un vero e proprio pezzo lirico con protagonista il soprano drammatico Chiara Bisso (“Ein lied: der soldatenfriedhof in Bruneck”). Tanti personaggi accompagnano Scherani in questo nuovo viaggio sonoro dopo collaborazioni passate e troviamo diversi nomi che sicuramente molti lettori conosceranno già, a partire da Martin Grice e Fabio Zuffanti e proseguendo con Paolo Tixi, Alessio Calandriello, Sylvia Trabucco e Joanne Roan. “Everything’s changing” è un gran disco che può essere anche visto come un’istantanea perfetta di un talento che vive probabilmente il suo momento più maturo e ispirato.



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Peppe Di Spirito

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