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THE WATCH |
Ghost |
Lizard |
2001 |
ITA |
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L'album dei NightWatch venne additato da molti come un buon disco ma purtroppo fortemente condizionato dall'opera di clonaggio dei Genesis, opera che il gruppo perpetuava anche dal vivo, col cantante Simone Rossetti vero istrione del palco sulle orme del miglior Gabriel. Dopo il cambio di nome, a seguito di qualche cambio di formazione, c'era curiosità sulla direzione che il nuovo corso avrebbe potuto seguire. Beh... non so come dirlo ma... questo non è un album di un gruppo chiamato The Watch! Ci hanno preso in giro! E' stato preso qualche nastro contenente inediti dei Genesis del 1972 e l'hanno spacciato per un disco nuovo! Non è possibile che un gruppo attuale componga, suoni e appaia così uguale! La voce di Simone... Simone...? Simone chi? Questo è Peter! Cyrus dei Citizen Cain diventerà verde d'invidia ad ascoltare questo disco, se davvero non è Peter Gabriel quello che possiamo sentire alle prese con queste 7 canzoni; altro che voce uguale...! Ripeto: questo è un disco dei Genesis, dei migliori Genesis probabilmente rimasto nel cassetto perché ritenuto a suo tempo troppo poco commerciale, non c'è altra spiegazione. I veri appassionati non potranno trattenere le lacrime ascoltando queste meraviglie rimaste celate fino ad oggi e finalmente ascoltabili, anche se sotto un altro nome. In "Ghost" troviamo la giocosità dei Genesis di "Willow farm" e "I know what I like", la drammatica epicità di "Epping forest", le aperture di tastiera che ti allargano il cuore, le intricate melodie e le liricità poetiche di Peter. La chitarra di Hackett è riconoscibilissima nei suoi tipici lamenti che tanto hanno contribuito a creare il sound del periodo d'oro del nostro gruppo preferito, mentre Collins, pur preciso come al solito, pare qui trattenersi un po' dietro il suo castelletto. Non trovo molto da dire... o meglio... troverei moltissimo in quanto questo disco si commenta da solo oppure avrebbe bisogno di un libro per ogni canzone in esso presente. Resta il fatto che The Watch... pardon, i Genesis hanno trovato il modo di tenerci incollati allo stereo per 47 minuti senza concederci possibilità di scelta, dato che chiunque ami questa musica non potrà farne a meno.
PS: dato che di persone povere di spirito ce n'è più di quanto ognuno creda: questo è veramente un album della band chiamata The Watch, solo che, come dire, assomiglia un poco ai Genesis. Forse si va perfino al di là della parola clonazione, dato che effettivamente sembra proprio un album dei Genesis! C'è diffidenza nei riguardi dei cloni, ma l'eventuale condanna che qualcuno volesse infliggere al gruppo milanese si squaglierebbe alle prime note della prima canzone, ne sono sicuro.
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Alberto Nucci
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