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UNIVERS ZERO Rhythmix Cuneiform Records 2002 BEL

Tornano i paladini del RIO più tenebroso sotto la consueta direzione del batterista-tastierista Daniel Denis. I belgi Univers Zero modificano un po' la loro proposta inserendo, come intuibile già dal titolo, delle parti più ritmate e modernizzando il loro suono. Pregevole, comunque, il contributo di Michel Berckmans che con oboe, corno inglese e fagotto mantiene quegli aspetti cameristici della musica del gruppo. Più centellinato, invece, l'uso degli altri strumenti classici (violoncello, flauto, piccolo, clarinetto, tromba, chitarra e fisarmonica). I ritmi più vivaci rispetto al passato portano stavolta la proposta degli Univers Zero verso atmosfere più medievali, che si mantengono, però, sufficientemente tetre, al punto che in diverse situazioni mi viene da pensare a dei Minimum Vital "in nero" (come nel brano di apertura "Terres noires", o anche in "Phobia"). Non mancano tracce più vicine alla "Nuova Musica Europea" - che fu portata avanti dal gruppo, insieme ai francesi Art Zoyd, tra la fine degli anni '70 e l'inizio della decade successiva - con gli esempi migliori riscontrabili in "The invisibile light" e "Waiting for the Sun". In generale, si può affermare che ci sono tutti gli elementi per far sì che questo disco piaccia agli amanti del genere, eppure ci trovo qualcosa di incompiuto, qualcosa che mi fa pensare che siamo molto, anzi troppo, distanti, sia in termini stilistici che qualitativi, dai favolosi e storici "Ceux du dehors" e "Heresie".

 

Peppe Di Spirito

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