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I Rush si riprendono dopo le tristi vicissitudini degli anni passati (Neil Peart - il batterista - ha perso tragicamente prima la figlia poi la moglie - ma ora si è risposato) e ci propongono il loro nuovo lavoro.
Giudicare Vapor Trails non è semplicissimo per un "fan di lunga data" come me. Ancora ricordo l'emozione mentre ascoltavo Signals la prima volta (Signals è il mio primo "vero" incontro con il gruppo canadese anche se già ai tempi conoscevo Hemispheres e Moving Pictures). Ancora oggi alle prime note di La Villa Strangiato mi emoziono come un bambino. Forse sono ancora legato troppo ad un passato di fasti, ma questo nuovo cd della band non mi soddisfa pienamente. Tanto quanto mi esaltò Test For Echo (il precedente cd da studio), tanto oggi Vapor Trails mi lascia con l'amaro in bocca. Perché? Perché è sì un disco dei Rush, ma non certamente un grande disco. La registrazione, in special modo la chitarra di Alex 'Lerxst' Lifeson, è "confusa", la costruzione dei brani meno lineare, più banale se vogliamo. Brani come Earthshine sicuramente non possono che colpire l'ascoltatore, tuttavia, secondo me, siamo un po' distanti dalla qualità espressa ed esprimibile dal gruppo. Considerato che i Rush sono forse una delle vere poche band che prendono sul serio la parola progredire, può essere che al sottoscritto sfugga qualcosa.
Aggiungo il link per la "supposta" rimasterizzazione del cd:
clicca qui
Sembra effettivamente che la masterizzazione originale sia un po' "difettosa".
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