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TIRILL |
A dance with the shadows |
The Wild Places |
2003 |
NOR |
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Dopo aver fatto parte della line-up originaria dei White Willow, suonando violino e chitarra e contribuendo alla stesura di “Ignis Fatuus” (il debutto della band norvegese), Tirill Mohn ha preferito intraprendere una carriera solistica inaugurata da questa danza con le ombre. L’artista interpreta la sua impalpabile danza quasi in solitario, cantando, suonando violino, chitarra e percussioni nelle composizioni che ella stessa ha ideato nell’arco di cinque anni, accompagnata da una serie di ospiti fra i quali figurano anche David Tibet dei Current 93 e Ketil Einarsen e Sylvia Erichsen dei White Willow stessi. L’imprinting dei White Willow degli esordi č abbastanza riconoscibile attraverso le melodie melanconiche di Tirill che appaiono comunque meno elettriche e fosche rispetto a quelle della band di origine. Le linee melodiche sono delicatissime e carezzevoli, anche se costantemente ombreggiate da umori nostalgici che sfociano non di rado in sensazioni di disagio ed inquietudine. E’ sempre presente una matrice di chiara ispirazione folk, anche se questa viene a volte diluita in canzoni raffinate ma dal profilo delicatamente pop. Questo č vero soprattutto per brani quali “Winter Roses” (potenziale hit single radiofonico) o “It Was Blue” (della quale č presente, all’interno del CD, il video clip). I pezzi piů belli sono, a mio giudizio, quelli in cui vengono raggiunti picchi piů elevati di pathos. In tal senso č particolarmente intrigante “Vendela” cantata a due voci da Odd Hĺkon Solbakken e Sylvia Erichsen con i controcanti di Tirill che si intrecciano alle note del flauto e del violoncello a creare tetri magnetismi. Va infine sottolineata la bellezza delle linee di cantato, accattivanti e di buon gusto, che ricordano, neanche a farlo apposta, quelle del salice bianco.
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Jessica Attene
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