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PETER HAMMILL Incoherence Fie Records 2004 UK

Dopo una forzata pausa, dovuta ad un infarto, torna alla musica suonata Peter Hammill. Il nuovo album si chiama "Incoherence" e consta di 14 brani a tema unico. Quindi troviamo, a dispetto di tutto ciò che si sente in giro, ancora qualcuno della vecchia guardia, che ha voglia di scrivere e incidere un concept album. Il tema delle liriche, come sempre di grande spessore, è l'incomunicabilità e la difficoltà di rapportarsi in una Babele di linguaggi. Il mondo descritto nell'album, visto attraverso gli occhi di quello che, probabilmente, rimane uno dei più grandi poeti del progressive, è in bilico tra le culture positiviste degli antichi e la tetraggine dei linguaggi parlati attraverso computer, modem e apparati informatici. Come per tutti gli ultimi album Hammill si è chiuso nel suo studio di Bath e ha inciso praticamente tutto, successivamente hanno completato le tracce i vecchi amici Jackson e Gordon, rispettivamente fiati e violino. La struttura dei brani è la classica per P.H.: non esistono ritornelli da ricordare e canticchiare, eppure da ogni bit del CD traspare melodia allo stato puro. Il lavoro è, a tratti, sul filo della dissonanza, l'utilizzo di accordi di quarta e nona, carica maggiormente l'ascolto di sfumature spigolose così care a noi cultori del Progressive. "Babel" e "Always and a Day" sono contenitori di sensazioni estremamente positive. "All Greek", "Gone ahead" e "Logodedalus" spiccano per la varietà di forme ritmiche che portano a concludere il giudizio di questo lavoro come il più intenso, profondo e ricercato della recente produzione. La ricerca può e deve andare avanti e la traccia conclusiva ne è l'esempio più chiaro: troncandosi sulla frase "Still in search for words?" lascia spazio ad ogni pensiero, ad ogni completamento possibile. E' l'ascoltatore stesso che, in sua vece, potrà dare le risposte che mancano. Le canzoni di Hammill sono come le labbra della persona amata, calde, avvolgenti, sensuali e, anche nel buio più profondo, le riconosci e ti danno almeno una certezza: la sincerità esiste. Ancora una volta, grazie P.H.

 

Roberto Vanali

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