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SENSE |
Out of range |
Ipso Facto |
2004 |
CAN |
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Dopo il mediocre debutto di “Madness” del 2002, i Sense ci riprovano, cercando di smussare gli angoli e maturando un po’ la loro musica. Il risultato, direi, è più che apprezzabile. “Out of range” riesce appieno nello scopo dei due navigati musicisti che compongono il nucleo stabile dei Sense, ovvero di dar voce alle proprie rispettive passioni giovanili, una musica sia Progressive che folk, con ricco utilizzo della chitarra 12 corde, delle armonie vocali alla Crosby, Stills e Nash, del basso Rickenbaker e del Mellotron. Come detto, il secondo tentativo è quello buono: Stéphane Desbiens (chitarra e tastiere; ha partecipato anche al disco degli Ère G) e François Bérubé (chitarra acustica e voce) hanno messo in circolazione un album contenente 6 tracce, due delle quali superano i 10 minuti, che vede la collaborazione anche di Brett Kull degli Echolyn e Fred Schendel dei Glass Hammer, oltre ai collaboratori già presenti su “Madness”, ovvero il batterista Sylvain Bérubé ed il flautista Sylvain Laberge. Anche se obiettivamente siamo ancora lontani dal capolavoro, bisogna dire che i passi avanti sono chiaramente apprezzabili; le composizioni si mantengono su tonalità piuttosto basse e pacate, guidate da un cantato non certo da ugola d’oro ma comunque gradevole per quasi tutta la sua durata, senza grosse impennate e con sporadici (ma interessanti) slanci strumentali. L’album in definitiva è sicuramente piacevole e tocca i tasti giusti per gli appassionati di Prog sinfonico con venature folk.
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Alberto Nucci
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