Maiden Voyage è il primo di una serie di lavori solisti di tal Steve Adams, polistrumentista statunitense, amico di Pete Bardens e Andy Ward. Chitarrista turnista e membro dei Mirage… Non male come biglietto da visita, direte voi. Vabbè... Sinceramente mi trovo di fronte all’amletico e annoso problema di recensire un cd che non mi ha proprio detto nulla. La musica, principalmente strumentale, di questo Maiden Voyage, scorre liscia e veloce, come quella che si ascolta negli ascensori dei grandi alberghi. Qualcuno inorridirà a questa affermazione, soprattutto viste le premesse. Sta di fatto che la musica proposta, pur avvicinandosi terribilmente a certe cose dei Camel (soprattutto per lo stile molto vicino a quello di Latimer) e contemporaneamente strizzando l’occhio a certi, recenti lavori di Steve Hackett, non ha comunque quegli elementi che rendono l’insieme pienamente apprezzabile. Nel proseguo della sua carriera (altri due cd solisti sono stati pubblicati) la situazione migliora, non c’è dubbio, tuttavia questo Maiden Voyage, che dovrebbe incorniciare l’esperienza di Adams con i Mirage, non mi convince pienamente.
Aggiungo un ultima nota. Leggendo le recensioni scritte da altre webzine o fanzine, mi rendo conto di essere una voce fuori dal coro. Quindi, se amate la musica articolata basata principalmente su intrecci di chitarra soffusa, con complessi arpeggi che portano ad assoli lunghi e tortuosi, tastiere in sottofondo che dipingono infiniti accordi di supporto alle melodie, ritmi leggeri e poco incalzanti… questo cd potrebbe fare al caso vostro.