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STEVE ADAMS |
Vertigo |
Flying Cat Records |
1998 |
USA |
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I più attenti e fedeli estimatori del compianto Pete Bardens ricorderanno sicuramente Steve Adams, chitarrista proveniente da Los Angeles e compagno di viaggio di Pete Bardens nelle sue ultime scorribande sonore, culminanti nel progetto Mirage (successivamente Pete Bardens' Mirage), un supergruppo canterburyano nato nel 1994 che annoverava i fratelli Hasting e David Sinclair (Caravan), l’ex batterista dei Camel, Andy Ward, ed il bassista Rick Biddulph. Dopo una serie di concerti e la pubblicazione di due cd live, Steve Adams si è dedicato intensamente alla sua carriera solista, pubblicando nel 1997 il suo primo disco "Maiden voyage", uscito per la sua etichetta Flying Cat Records. Il disco, suonato e composto esclusivamente da Adams, con l’aiuto della tastierista Desha Dunnahoe, nonostante contenga della buona musica, risente sin troppo di parti cantate poco incisive. Comunque, nel giro di un anno Steve Adams riunisce attorno alla propria chitarra una vera e propria band, con la preziosa collaborazione dell’ex batterista dei Camel, Andy Ward, con l’inserimento definitivo di Desha Dunnahoe, nel ruolo di tastierista, e della bassista Susan Lyster. Uscito nel 1998, "Vertigo“ rappresenta già un deciso miglioramento rispetto all’esordio: i sei brani interamente strumentali che compongono il disco si mantengono sulla scia di un rock strumentale tipicamente chitarristico (Steve Hackett ed Andy Latimer sono probabilmente le maggiori fonte d’ispirazione di Adams) dalle forti venature sinfoniche e new prog, un genere di musica ormai privo di qualsiasi spinta innovatrice (anzi...) ma che può ancora riservare qualche momento di piacere, grazie più che altro all’esperienza consolidata dei musicisti… ed in effetti il maggiore motivo d’interesse in "Vertigo" è rappresentato proprio dalla presenza di un pezzo di storia del rock sinfonico, Andy Ward.
Al di là della partecipazione di Ward, il cd rappresenta un gradevole seppur vetusto esempio di rock sinfonico da destinarsi esclusivamente ai patiti del genere e, ovviamente, ai fan dei musicisti sopraccitati.
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Giovanni Carta
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