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Il 1991 finisce alla grande! Molte le novità discografiche, soprattutto italiane, ed infine l'uscita del primo album dei Magellan, destinato a scuotere il midollo musicale dei più sensibile.
La musica suonata dal gruppo californiano ricorda a tratti i Rush migliori, i Kansas ed infine gli ultimi Yes. Sono comunque influenze marginali, tanto che già si può parlare di Magellan-sound (...ma che sto dicendo!). Il disco non conosce momenti di pausa (intendo il livello creativo) e si passa dai 15 minuti di "Magna carta", vero e proprio manifesto della band, ai 9 minuti di "Union Jack", pezzo epico e solenne con frequenti stacchi di tempo, per poi approdare a "Breaking these circles", per la quale scomodare la parola gioiello viene quasi naturale. "Turning point", con il suo minuto e mezzo di magia mette il sigillo ad un album fresco, dalla pulizia dei suoni perfetta e dalla maturità sconvolgente, considerando che si tratta di un disco d'esordio.
Vista la notevole mole compositiva non è difficile pronosticare un futuro roseo per i Magellan che aspettiamo impazienti alla seconda prova.
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