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RIVERSIDE |
Voices in my head |
CD Vegart/ArtRock.PL |
2005 |
POL |
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La band polacca, fregiata da buone critiche circa il particolare debutto dell'anno passato, torna a farsi sentire con un mini CD, di 5 tracce, completato da 3 registrazioni dal vivo raccolte al Traffic Club di Varsavia nel Maggio del 2004. Il materiale che ascoltiamo in questo nuovo lavoro, con l'aggiunta di un pugno di nuove canzoni, avrebbe potuto costituire un ottimo seguito su lunga distanza al buon "Out of My Head"; ecco invece che i nostri polacchi ci propongono un ibrido che non è né un album vero e proprio né un CD live: una scelta un po' insolita, anche perché la qualità del materiale prodotto è decisamente buona. Le nuove tracce sono dominate tutte da atmosfere rilassanti, sono forti di un buon lavoro di produzione ed i suoni hanno un'ottima profondità spaziale, la registrazione è ottimale. Nulla che ci possa anche lontanamente far pensare che si tratti di materiale di scarto, anche se lo stile del gruppo risulta in questo caso più addolcito e meno provocante rispetto al passato. Sono assenti pressoché tutti gli elementi di parentela con il metal e troviamo invece una collezione di pregiate canzoni di atmosfera tinte da un'oscura malinconia, interpretate da una voce carezzevole. Alla semplicità della chitarra acustica, che guida la voce di Mariusz Duda nella traccia di apertura "Us", e a quella del pianoforte che si fa strada con eleganza nella successiva "Acronym Love", vengono incorporate, sullo sfondo, tastiere cupe e delicate e loop elettronici poco invadenti ma decisamente efficaci. Altre volte troviamo una chitarra elettrica dal suono pulito che si abbandona ad assoli con note prolungate, come potrebbe essere in un album dei Porcupine Tree. La traccia più particolare e più vicina in stile al precedente album è "DNA ts. Rednum or F. Raf", scandita da una batteria elettronica e caratterizzata da cadenze ipnotiche ed alienanti, ritmate, nella parte conclusiva, da chitarre robuste. "The Time I was Daydreaming" è invece una ballad dalle sfumature vagamente psichedeliche, sensuale ed emozionale, dal sapore Floydiano, davvero impressionante nella sua semplicità. "Stuck Between", dal sapore più vagamente pop, e forse più ordinaria rispetto alle precedenti tracce, chiude quindi dignitosamente la prima parte di questa breve opera. Non presentano grosse sorprese le tracce dal vivo, rappresentate, per la cronaca, da "I Believe", "Loose Heart" e "Out of My Head". La registrazione è discreta, anche se in questo caso l'atmosfera del concerto smorza un po' l'impatto sonoro proprio della registrazione in studio.
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Jessica Attene
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