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CEREBUS EFFECT Acts of deception autoprod. 2005 USA

Dopo un paio di EP, questo è il primo album vero e proprio di questo quartetto di Baltimora. Prevalentemente strumentale, al loro musica si presenta spigolosa, spesso ostica, ma non priva di momenti melodici e sprazzi di Prog brillante, spaziando da una heavy fusion alla Liquid Tension Experiment fino a momenti che hanno in EL&P i riferimenti principali, non abbandonando mai comunque asperità tipiche degli ultimi Crimson, con qualche tocco vandergraaffiano. La verità è che le influenze della band sono molteplici e, nell'arco delle 11 tracce di quest'album, si peritano di evidenziarcene un gran numero, risolvendosi nell'esecuzione di brani dall'ascolto particolarmente molesto alternati ad altri di più piacevole e rilassante assimilazione. I due unici brani cantati non sono a dire il vero particolarmente interessanti, stante anche il fatto che la voce di Dan Britton, che si occupa anche delle tastiere e di qualche parte di chitarra, non è molto piacevole da ascoltare, dato che il suo approccio pare più adatto ad una band di thrash metal. In effetti talvolta la musica dei Cerebus Effect assume connotati piuttosto pesanti, in cui i riff si fanno frenetici e le ritmiche esagitate e ricche di cambi di tempo repentini; se è vero che la band si guadagna la nostra ammirazione per siffatto sfoggio di tecnica compositiva ed esecutiva, è altresì vero che dopo un po' non vediamo l'ora che questi momenti lascino spazio ad altri meno tormentati ed esaltati. Fortunatamente questi non mancano, così come non mancano un paio di tracce di pura improvvisazione, segno anche questo che i quattro ragazzi americani non si sono voluti far mancare nulla per questo loro primo full-length. Il problema forse sta proprio qui: ci troviamo di fronte a quasi un'ora di musica piena zeppa di idee abbastanza ben messe insieme ma non sempre esaurientemente sviluppate; un fuoco di fila che rischia di confondere l'ascoltatore con un continuo sfoggio di tecnica e di eclettismo, talvolta eccessivo. Preso a piccole dosi è un gruppo che può risultare promettente e non privo di spunti interessanti.

 

Alberto Nucci

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