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GPS |
Window to the soul |
Inside Out |
2006 |
UK |
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La decisione di Geoff Downes di riunire i membri originari degli Asia ha lasciato ovviamente nello sconforto i membri dell'ultima incarnazione dell'ormai storico gruppo, John Payne in primis (gli altri sono, ricordo, Guthrie Govan e Jay Schellen). Lo sconforto non dev'essere comunque durato più di tanto, poiché i nostri si sono fatti forza, hanno reclutato Ryo Okumoto dagli Spock's Beard e hanno chiamato questo nuovo, o quasi, gruppo GPS. A Loro va quanto meno un ringraziamento per averci risparmiato di dover assistere all'adozione di un nome quale, ad esempio, Old Asia, True Asia… o roba del genere. In effetti le sorti di questa galassia progressiva, che molti ritengono centrale, personalmente mi ha sempre provocato ben poca curiosità, così come l'ascolto di questo "Window to the soul". Le prime note della title-track confermano quanto ci si potesse aspettare da un progetto di questo tipo, ovvero un AOR tendente al metal, potenzialmente da classifica ma che probabilmente riscuoterà il successo sperato solo nel nord Europa o nei lettori CD di appassionati di Prog molto superficiale. In mezzo ai cori da arena e alle atmosfere pomp di cui è infarcito quest'album ogni tanto è possibile ascoltare qualche piccolo lampo che fa continuamente sperare almeno una piccola virata verso un Prog quanto meno plausibile, soprattutto grazie alle tastiere di Okumoto che riesce a ritagliarsi qualche angolino tutto per sé. Tuttavia il buon Ryo non è che sia mai stato un'anima Prog dura e pura, quindi non è di sicuro lecito attendersi più di tanto da lui. Ad ogni modo bisogna pur dire che, rispetto alle ultime prove degli Asia, questi GPS quanto meno ci provano a tirar fuori qualcosa di un po' più elaborato; insomma… l'album non è certo uno schifo, non in senso assoluto. Si tratta di buon rock dalle sonorità robuste, senza troppa fantasia ma con qualche discreta intuizione buone atmosfere qua e là. Troppo poco per poterlo consigliare ovviamente, e anche per avere la tentazione, per ciò che mi riguarda, di riascoltarlo ancora.
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Alberto Nucci
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