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"What Asia is all about is this -- good songs that are well played," dice Downes. E “Silent Nation” è questo. Qualcos’altro? Il precedente (tra i mille live) lavoro, “Aura”, è stato tacciato di essere un po’ jazzy, e anche se mi trovo abbastanza in disaccordo, capisco cosa si intenda con questa etichettatura. Beh, “Silent Nation” non è “Aura”: è più rock, se volete da stadio, meno complesso (!), meno ostico (!!). Oddio, mi rendo conto che sto entrando in un circolo vizioso (e siccome non ho la tessera, ne esco subito). Da capo...
“Silent Nation” è un cd di rock. Con il prog ha solo al massimo… niente. Tuttavia è un lavoro godibile, da automobile lanciata sulle freeway americane o forse poco più. Del resto lo stesso Downes sostiene che il sound degli Asia sia questo miscuglio di rock FM o AOR che dir si voglia. Qua e là troviamo qualche pezzo un po’ più vicino ai canoni (!) del prog, ma poca roba. Mi sorge oltretutto una domanda: ma perché gli Asia dovrebbero essere prog in prima analisi? Non lo sono mai stati, nemmeno ai tempi di Howe, Wetton e Palmer; e non lo sono nemmeno adesso.
Accettiamolo. O meno...
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