Questo è il secondo album a nome King of Agogik, sigla dietro cui si cela il musicista tedesco Hans Jörg Schmitz, compositore, batterista e tastierista. Schmitz non sembra certo un tipo che non si mette in mostra, visto che la sua proposta risulta particolarmente sfarzosa per timbri, scelte e modo di suonare. Tutto ciò, unito al fatto che tranne sporadici aiuti di alcuni collaboratori fa tutto lui, mi induce a pensare che siamo di fronte ad un personaggio facilmente tacciabile di esibizionismo. Eppure… Nonostante questa tendenza alla grandeur bisogna ammettere che Schmitz ci sa fare e le buone idee non gli mancano affatto… Andiamo a vedere un po’ i contenuti di “Aleatorik system”. Il cd si apre con quasi due minuti di introduzione, caratterizzati da dissonanze e campionamenti con un’atmosfera solenne, perfetta introduzione alla piece-de-resistence del lavoro: “The long march of the Royal Fifth”, suite di oltre ventidue minuti, maestosa, potentissima, in cui tastiere, suoni orchestrali e piano fanno di tutto su ritmi epici e funambolici. Siamo insomma assaliti da una composizione “bombastica”, straripante, esagerata, ma davvero ben fatta a dispetto dei suoi eccessi. Seguono una serie di tracce per lo più brevi. Alcune di queste mantengono questo sound altisonante e classicheggiante, non disdegnando incursioni verso lo space-rock e le atmosfere floydiane. Altre, invece, puntano maggiormente su un rock violentissimo, arrivando persino a situazioni non distanti dal metal estremo. Si incrementa, inoltre, il ricorso a suoni campionati. Dopo la suite, in pratica, si arriva alla fine del lavoro tra una serie di alti e bassi. Andando a concludere, si può dire che il disco si protrae un po’ troppo per le lunghe, soprattutto considerando che è interamente strumentale, ma penso che possa essere appetibile per chiunque ami il rock sinfonico più pomposo, chiassoso e pronto ad avvicinarsi a certe forme di metal.