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ARCHANGEL |
The akallabĕth |
AMS-BTF |
2009 |
ITA |
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Praticamente in contemporanea con l’uscita del secondo lavoro degli Ubi Maior, arriva la pubblicazione di questo cd a nome Archangel, sigla dietro la quale troviamo il tastierista della band Gabriele Manzini (che, ricordiamo, è stato anche membro dei The Watch per diversi anni). Nel suo esordio solista, Manzini si cimenta in quelle che sono fondamentalmente le sue passioni: progressive maestoso e sinfonico, hard-rock e AOR. Anzi, ne citiamo anche un’altra di passione, visto che è in ballo anche la letteratura fantasy: l’album è infatti un concept basato sulla parte del “Silmarillion” tolkieniano in cui si narrano gli ultimi giorni dell’isola di Númenor. A dargli manforte in questa avventura troviamo una schiera di musicisti dell’area lombarda, nonché ospiti di eccezione per le parti vocali, quali Damian Wilson (noto per i suoi trascorsi e le collaborazioni con i vari Threshold, Ayreon, Landmarq, Rick Wakeman, ecc.), Zachary Stevens (che ha militato nei Savatage ed ora cantante dei Circle II Circle) e Ted Leonard (degli Enchant). Musicalmente, come già accennato, siamo al cospetto di una proposta in cui prog e hard-rock si uniscono per bene, tra cavalcate sinfoniche guidate dalle tastiere, chitarre aggressive, ritmi variabili e sostenuti, melodie vocali enfatiche e tanto altro. Nelle dodici composizioni che formano il cd numerosi sono i punti di riferimento, potremmo citare i Kansas come i Pink Floyd, i Deep Purple come i Boston, gli Ayreon come i Glass Hammer. Accostamenti forse anche un po’ “sacrileghi”, ma che stanno ad indicare quante e quali sono le influenze che Manzini ha voluto “citare” in questa sua opera. Preferiamo il lavoro del tastierista negli Ubi Maior, ma non si può negare come “The Akallabĕth” sia un disco sincero, non certo originale, ma fatto col cuore ed indirizzato a chi ama quel sound che permette l’avvicinamento di hard-rock e progressive.
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Peppe Di Spirito
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