Graditissima ristampa per questo gioiello del progressive argentino dalla dubbia datazione. Si sa infarti che il gruppo (il cui nome si traduce con Pablo "Il becchino") è insieme dal 1970, ma nessuna data certa è ottenibile dalla documentazione allegata all'album; il nostro Nahoum lo colloca tuttavia nel 1983, ed a me non resta che associarmi a lui. La questione della data assume comunque un rilievo del tutto marginale di fronte alla qualità dell'opera, a parere del sottoscritto una delle più illuminate che l'Argentina abbia mai prodotto. La musica dei PABLO scaturisce da una fusione tra lo spirito latino del paese d'origine, che conferisce al lavoro una decisa impronta melodica, e gli insegnamenti dei maestri del progressive d'oltremanica, avvertibili soprattutto nell'impostazione genesisiana dei dialoghi tra le doppie tastiere di Jorge Antun e Omar Lopez. Il risultato è un progressive molto fluido e dal notevole spessore melodico, perfetto nel bilanciamento tra suadenti partiture vocali (soprassediamo sul mezzo passo falso di "Elefantes de papel") e dialoghi strumentali che vedono protagonisti chitarre elettriche, Minimoog, Hammond e Arp. Davvero degni di nota tali passaggi per l'eleganza che li contraddistingue (ascoltate la traccia finale "La herencia de Pablo"), ma i momenti di maggiore intensità emotiva si registrano comunque in alcuni magici cantati disseminati qua e là lungo tutta la lunghezza del CD, nascosti nelle pieghe di brani quali "Carrousel de la vieja idiotez", "Quién gira y quién sueña" e "Dentro del corral". A parere del sottoscritto una delle migliori riedizioni di quest'ultimo periodo. Da non mancare.