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COMEDY OF ERRORS |
Fanfare & fantasy |
autoprod. |
2013 |
UK |
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Sembra proprio che ci abbiano preso gusto i Comedy of Errors… Dopo una pausa di 25 anni dal mini LP del 1986, erano riapparsi sulle scene con l’ottimo “Disobey” ed ora, a soli due anni di distanza, danno alle stampe il nuovo “Fanfare & fantasy”. Sempre saldamente in mano al duo Jim Johnston (tastiere) e Joe Cairney (voce) con Mark Spalding (chitarre, altro membro storico della band) e Bruce Levick (batteria), il nuovo lavoro si presenta con un libretto corredato dalle liriche e da 9 nuove tracce intrise di prog romantico di ottima fattura. Certo, e i più smaliziati l’avranno certamente notato, i CoE non modificano di molto il loro sound rispetto a “Disobey”, forse accentuando un poco l’aspetto sinfonico (a proposito… ma gli IQ hanno mai variato il loro trade mark nell’era Nicholls? Eppure…), ma è altrettanto vero che i fans questo vogliono dalla band britannica: belle e ariose melodie, svolazzi strumentali ben centrati, efficaci assoli ora di tastiere ora di chitarra. E tutto questo i CoE lo offrono in quantità. “Fanfare & fantasy” non presenta la canonica suite, ma preferisce farsi apprezzare con un mucchietto di brani, dai 4 minuti di “Remembrance” agli oltre 9 di altri 3 pezzi, in cui è la cifra stilistica unitaria a fare la forza dell’album. Ed è per questo che riesce difficile scegliere dei brani che si staglino sopra agli altri. Forse “The cause”, vagamente “Pendragon” (diciamo periodo “The World”), per la chitarra “liquida” di Spalding, vera protagonista del brano. Forse l’energica “The answer”, con repentini cambi di tempo e di umore (con lungo e splendido doppio assolo delle tastiere di Johnston nella prima metà e sapiente contraltare chitarristico sul finale). Forse la scanzonata “Something she said” dall’approccio più sinfonico e con un piacevolissimo “refrain”. Sicuramente la traccia iniziale “Fanfare for the broken hearted” con il soffuso inizio, il lento crescendo e l’incalzante finale, ma poi dimenticheremmo l’heavy appena accennato dell’altrettanto valida “In a lifetime”… Nel complesso, dunque, se avete amato “Disobey”, questo “Fanfare…” non vi deluderà certamente e conferma la band scozzese fra i nomi di spicco di un certo modo “romantico” di fare progressive ai giorni nostri . Quindi non mi rimane altro che consigliarne l’acquisto.
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Valentino Butti
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