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OTEME |
Il giardino disincantato |
Edition Strapontin(s) |
2012 |
ITA |
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Oteme (Osservatorio delle Terre eMErse) è un progetto musicale d’avanguardia che ruota intorno alla figura di Stefano Giannotti (compositore di Lucca) che personalmente ritengo una delle cose più interessanti originali e, perché no, a suo modo divertenti, uscite ultimamente nel panorama musicale italiano. Il concetto di musica rock progressive sta molto stretto al musicista toscano, basta farsi un giro su youtube e vedere i mille aspetti musicali che riesce a toccare il Giannotti. Proprio i rimandi sonori contenuti in questo “Giardino Disincantato” fatti di melodie e dissonanze fanno sì che il progetto Oteme possa essere una sorpresa inaspettata per l’appassionato convenzionale di rock progressive. OTEME è un ensemble musicale, un laboratorio artistico, dove le idee sonore prendono vita ed escono dall’officina musicale toscana pronte per essere fruite da tutti a qualsiasi livello. Ensemble musicale che gioca a fare equilibrismi tra la musica contemporanea, la musica da camera, il cantautorato, il rock in opposition, l’avanguardia senza mai cadere del tutto in uno di questi campi sonori. Ed è interessante come il livello qualitativo delle canzoni vere e proprie sia allo stesso livello se non superiore dei brani di natura più contemporanea, e mostra soprattutto quanto sia difficile riuscire a comporre una bella canzone d’autore al giorno d’oggi. Gli undici brani di questo “Giardino disincantato” sono tutti degni di nota. I nove minuti di “Sopra tutto e tutti” forse saranno quelli più amati dall’appassionato rock progressive, gli intrecci di flauto, corno inglese, clarinetto, piano e tre voci effettuati sulla bella linea melodica creata dalla chitarra del Giannotti, possono rappresentare un buon inizio per entrare nel mondo sonoro di questo artista toscano, anche se è solamente un aspetto musicale che potremmo trovare in questo cd. “Terre emerse (bolero primo)” è una rivisitazione di un bolero in chiave contemporanea che cresce in intensità istante dopo istante (come ogni bolero che si rispetti). Personalmente ho lasciato il cuore in “Per mano conduco Matilde” composizione per due voci e componium cromatico (ossia un carillon a schede perforate) dove ho trovato molte affinità con le scelte vocali fatte dal gruppo sardo Andhira. La delicatezza della melodia che descrive nel testo una giornata in campagna ricca di particolari e d’incontri è un concentrato di emozioni e immagini. In dischi come questi, dove ci sono maree di contenuti e di spunti, la cosa migliore è far parlare l’autore, e nel curatissimo booklet della bella confezione di questo lavoro, ci offre la sua visione di quello che vuole comunicarci con questo CD. ”La mia idea di musica contemporanea-scrive Giannotti- va oltre la divisione dei generi e soprattutto delle discipline. Oggi il compositore potrebbe (e non dovrebbe) cimentarsi con il rumore quotidiano, la saturazione da informazione, le immagini, la moda, la non-moda, le mucche in campagna, la biologia virtuale ed il buco nell’ozono; e potrebbe in tutto ciò, divertendosi, scoprire il silenzio interiore. Ecco che le creazioni artistiche diventano terre emerse nell’oceano del nulla, punti di osservazione del reale fuori dal marasma reale. Isole contaminate che a volte perdono la loro identità originaria per ritrovarsi, tenersi compagnia e ridere felici”. Ogni tanto escono dei lavori che sfondano i recinti musicali che l’appassionato si autocostruisce per definire quello che ascolta e per giustificare il proprio essere di nicchia, “Il giardino disincantato” è uno di questi. Si può giocare con tutto e rendere importante unica e non stereotipata qualsiasi nota o genere musicale. Gli Oteme stanno qui a ricordarcelo.
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Antonio Piacentini
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