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SOLSTICE |
Circles |
autoprod. |
1996 |
UK |
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Chi si rivede...! I Solstice... ancora guidati dall'inquietante presenza di Andy Glass...! Ennesima incarnazione di questa band per il terzo disco, dunque, ma caratteristiche ancora immutate, 12 anni dopo la prova d'esordio (preceduta a suo tempo da alcuni demos, ovviamente), con violino e voce femminile a evidenziare sempre la diversità di questa band rispetto alle altre della contemporanea ondata new Prog, in cui tuttavia il suo leader fondatore si riconosce. In effetti il sound dei Solstice si è sempre avvicinato per molti versi al folk, lasciando sempre poco spazio per brani up-tempo e rockeggianti, con un'atmosfera che ci porta decisamente verso una certa cultura hippy... beh, d'altra parte la formazione originaria aveva proprio queste caratteristiche... adesso, non so. Il CD in questione si snoda attraverso 7 composizioni che poco sorprenderanno, come detto, chi già conosce i lavori precedenti dei Solstice che anzi crederà di riconoscere qua e là riff già pregustati in passato. Gli unici brani che differiscono un attimo dagli standard acquisiti sono la splendida "Sacred run", in effetti più rockeggiante del resto dell'album e con un finale da infarto, e "Medicine", in cui si sente un assolo di chitarra, invece dei soliti riff catartici (non che questi siano da disprezzare, comunque...). In definitiva un CD che non deluderà certo le attese; in effetti una formula di per sé abbastanza personale quella dei Solstice, ma su cui si rigira e rigira senza soluzione di continuità...
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Alberto Nucci
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