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Che gli Ancient Veil fossero i veri eredi (o quanto meno che ne rivendicassero la vera eredità) degli Eris Pluvia lo sapevamo; anche (ma non solo) dall’intervista da noi pubblicata non molto tempo fa. In questo album live, pubblicato ancora a bocce non ferme dopo l’uscita di “I Am Changing” e di “New”, non possiamo fare a meno di notare immediatamente il richiamo al primo e indimenticato album del ‘91 della band genovese, quel “Rings of Earthly Light” che rappresenta indubbiamente una pietra miliare nella rinascita del Prog italiano post anni ’80. L’album ripropone parti di due diversi concerti tenutisi nello stesso luogo (La Claque di Genova) ad alcuni mesi di distanza e in situazioni diverse (uno dei due con set acustico). Il primo dei due live è nettamente predominante ovviamente e ripropone nella sua prima parte sei brani dell’album d’esordio del progetto Ancient Veil, successivo alla fuoriuscita di Serri e Romano dagli Eris Pluvia, che all’epoca soffrì di una registrazione non ottimale, aggiustata con la recente pubblicazione di “New - The Ancient Veil remastered”, che mette in mostra il lato più intimistico ed etereo del duo che in un certo senso risultò diluito all’interno della formazione degli Eris Pluvia in soluzioni più elettriche e, sia pur gentilmente, rockeggianti (soluzioni comunque vincenti, ci tengo a sottolinearlo). I colori sono tenui, dunque, spennellati deliziosamente dai fiati di Romano, autentico dominus del suono degli Ancient Veil, supportato da chitarre e tastiere gentili, spesso acustiche le prime, tanto che i brani provenienti dal set acustico (con la presenza dell’oboe di Marco Gnecco) cui si accennava si mischiano e si confondono all’interno della scaletta, tanto che si potrebbe quasi immaginare che si tratti di un set unico. Dopo questa sezione, il gruppo nella parte centrale dell’album rivendica le proprie origini e presenta un repertorio tratto dal primo album degli Eris Pluvia, cominciando niente meno che dalla suite che gli diede il titolo. La spettacolarità e la riuscita completezza di questa splendida composizione riluce una volta di più in questa riproposizione dal vivo, riproposta in una versione più delicata e accenti rock meno evidenziati rispetto all’originale, ma comunque deliziosa ed affascinante come la ricordavamo. Da segnalare la presenza anche di Valeria Caucino, delicata ed incantevole voce già presente nella versione originale. Inutile dire che, pur non volendo sminuire il resto del set, questi 17 minuti rappresentano il momento centrale (non solo come collocazione fisica) di questo bell’album. Oltre alla suite, dal repertorio Eris Pluvia vengono presentate anche “Pushing Together” e “In the Rising Mist”, quest’ultima con l’ausilio del duo Stefano Marelli & Fabio Zuffanti alle chitarre. Dopo tutta questa cavalcata nostalgica, il finale dell’album presenta tre brani dal nuovo album degli Ancient Veil in cui vengono quindi riprese le morbide sonorità world e fusion dell’avvio, sempre in un’ambientazione delicata e quasi sognante, senza mai ancorarsi a qualcosa di definito. L’album si chiude comunque con la più movimentata “Bright Autumn Dawn”, brano giusto per congedarsi dopo oltre un’ora di ascolto stimolante ricco di emozioni… nostalgiche e non.
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